Sono arrivati i 10 milioni assegnati dal ministero della Salute all’Istituto zooprofilattico delle Venezie, che può dunque iniziare il restyling della sede centrale di Legnaro (Padova) e di quelle di Verona, Vicenza, Treviso e Montecchio Precalcino (centro di referenza nazionale per la Pet therapy). Un cronoprogramma che l’IzsVe concretizzerà attingendo anche a risorse proprie e che ieri il direttore generale Igino Andrighetto, insieme al presidente Giuseppe Dalla Pozza e al direttore sanitario Stefano Marangon, ha presentato al prefetto di Padova Ennio Mario Sodano, in visita ai laboratori. A Legnaro sarà costruita una nuova palazzina a due piani da destinare al Dipartimento di Scienze biomediche comparate diretto da Ilaria Capua, per una spesa di 6 milioni, 3 dei quali erogati da Roma proprio a favore del reparto della scienziata.
Con autofinanziamento l’Istituto amplierà poi il Centro direzionale (1,5 milioni), realizzerà nuovi stabulari (ricoveri per cavie) e laboratori ad alta sicurezza (1,2 milioni) e ristrutturerà i laboratori chimici e vegetali (350 mila euro). Lifting con soldi propri anche per le sezioni di Treviso (3.575.000 euro), Trento (3.250.000) e Adria (1,2 milioni), centro ittico. Lo stanziamento statale contribuirà invece al restauro della sede di Verona (6,7 milioni di cui 4,5 dal governo) e Montecchio Precalcino (1.575.000 euro, di cui 1,5 milioni statali). «Siamo uno dei pochi enti pubblici che ha soldi in cassa e li spende per migliorarsi — ha detto Andrighetto — non è un nostro dovere fare due nuove strutture all’anno ma dare risorse al territorio, perciò chiediamo un aiuto alle istituzioni».
L’IZV è uno dei dieci Zooprofilattici italiani, nati per fare prevenzione, controllo e ricerca nell’ambito della sanità animale, della sicurezza alimentare e della tutela ambientale. Nato il 14 giugno 1929, oggi conta 637 dipendenti e oltre alla sede centrale vanta dieci laboratori territoriali in Veneto, Friuli e Trentino Alto Adige. «E’ la prova che lo Stato e la pubblica amministrazione non sono solo il regno dei fannulloni, bufala enorme — ha notato il prefetto Sodano —. La spesa pubblica dell’Italia non è più alta di quella di Germania o Inghilterra, ma non ci sono gli stessi livelli di efficienza. E non per colpa del personale, ma perchè per anni la politica ha chiesto alla pubblica amministrazione consenso, non efficienza. Eppure gran parte del sistema funziona, per esempio abbiamo una buona sanità e nemmeno troppo costosa, vantiamo eccellenti centri di ricerca, come questo, di cui sono orgoglioso e che attira molti finanziamenti. Purtroppo però alla politica interessa poco, lo dimostrano i tagli lineari, che privano i cittadini di servizi essenziali. La politica è scarsamente produttiva ed è diventata una palla al piede del nostro Paese, al quale manca una regia oculata. Il risultato è che realtà d’eccellenza come l’IZV restano isolate e devono lottare ogni giorno per andare avanti».
Corriere del Veneto – 6 febbraio 2013