Entro la “Better Regulation Agenda”, si mira a rendere trasparente il processo decisionale su atti delegati e di implementazione: quattro settimane di consultazioni pubbliche. In base al celeberrimo detto attribuito al cancelliere Bismarck, “le leggi sono come le salsicce: meglio non assistere alla loro preparazione”. A sottolineare come il processo per arrivare alla loro costituzione, non è nè lineare nè rivelatore della… qualità.
Ma pare che qualcosa stia cambiando: in base al Vice-Presidente Frans Timmerman, con il lancio della “Better Regulation Agenda”, vi saranno possibilità dirette per i cittadini di intervenire facendo sentire la propria voce. E il processo legislativo UE dovrà diventare specchiato e trasparente. Prendendo esempio dalle moderne cucine “a vista” nei ristoranti, dove gli avventori sono in grado di vedere come gli chef cucinano. Frans Timmermans 2013.jpg
Europa sempre più trasparente
A dire il vero, il processo decisionale dell’esecutivo europeo è stato a più riprese e nel corso dei decenni criticato per questo motivo. Complice la “euroburocrazia” e la mancanza di uno scrutinio da parte dei poteri eletti, la disaffezione dei cittadini era nel tempo cresciuta. Negli ultimi anni tuttavia alcune cose sono cambiate.
Intano, lo scrutinio del Parlamento Europeo su tutta una serie di atti, con possibilità di ri-iniziare il processo normativo in caso di disaccordo con la Commissione. E poi, la “trasparenza” voluta dal presidente precedente della Commissione, Barroso: con una lista pubblica di lobbisti resa per la prima volta accessibile. Ancora, il Parlamento europeo ha via via preso il controllo anche di budget delle Agenzie Indipendenti (come quella sulla Sicurezza Alimentare, Efsa), costringendole spesso ad adottare norme di indipendenza e trasparenza di assoluta avanguardia a livello mondiale.
Tecnicalità e scrutinio… degli eletti
A dire il vero, la situazione negli ultimi anni, per quel che riguarda la normative più tecnica- inclusa quella necessariamente sulla sicurezza alimentare, ha demandato molto ai poteri dei Comitati della Commissione europea. Su aspetti ritenuti marginali, in quanto appunto tecnici e non politici. Ma si sa: il diavolo sta nei dettagli. E spesso lo scontro tra Parlamento e Commissione, anche su aspetti considerati in prima battuta solo tecnici, ha preso il via. Un esempio? Il caso della definizione di “nanotecnologie”, con divergenti interpretazioni. O ancora, le difficoltà a comporre il pezzo normativo sui Novel food, con scorporo successive della normative sulla clonazione animale.
Consultazioni pubbliche su atti delegate e di implementazione
La Commissione ha certo nel tempo lanciato- su temi considerati importanti- consultazioni pubbliche con i pubblici esterni. Ma senza farle diventare una prassi assoluta e regolarizzata. Sembra che ora però, con la Better Regulation Agenda, si stia arrivando ad una migliore e più chiara definizione del modello di “ingaggio”. Con Consultazioni Pubbliche aperte per ben 4 settimane, su tutti gli atti delegati e gli atti di implementazione. Che sono appunto tra gli aspetti più dibattuti e controversi della normativa UE.
Se gli atti delegati (come la normative sulla composizione delle formule alimentari per l’infanzia) non prevedono una partecipazione dei rappresentanti degli Stati membri entro il Comitato Permanente per la Filiera Alimentare e la Salute Animale (SCOFCAH), includono però il potere di veto da parte del Parlamento.
Per contro, gli atti di implementazione sono discussi e votati entro lo SCOFCAH a maggioranza qualificata, ma senza un vaglio parlamentare.
Ora, con le misure della Better Regulation, stakeholder e cittadini potranno intervenire direttamente, almeno su quelli ritenuti più importanti, ed in assenza di procedure di urgenza. Altro che salsicce di Bismarck insomma: il modello è sempre più Masterchef, in un momento in cui bisogna rilanciare la fiducia dei cittadini.
Sicurezza Alimentare Coldiretti – 23 maggio 2015