Cresce, ma poco, il reddito medio reale delle famiglie italiane, passato tra il 2000 e il 2010 da 18.358 a 19.495 euro medi annui, appena +6,2%, anche se colpisce la distanza tra i salari delle diverse professioni del capofamiglia
Nei nuclei che comprendono un lavoratore autonomo, il reddito è infatti cresciuto del 15,7%, mentre nelle famiglie di operai, apprendisti e commessi il reddito reale è diminuito nel decennio del 3,2 per cento.
Il peso degli anni della crisi
La radiografia di dieci anni di «redditi reali familiari equivalente disponibile» (ovvero, i redditi familiari complessivi al netto delle imposte dirette, divisi per il deflatore dei consumi nazionali delle famiglie di contabilità nazionale e resi comparabili con la scala di equivalenza Ocse) emerge scorrendo l’ultima Relazione annuale di Bankitalia – presentata il 31 maggio scorso – che evidenzia come nel periodo considerato il reddito reale equivalente disponibile delle famiglie di dirigenti sia cresciuto mediamente dell’8%, mentre in quelle di pensionati del 9,8 per cento.
Il confronto limitato al periodo 2006-2010
Diverso il discorso considerando solo il periodo in cui è nata e si è sviluppata l’attuale crisi economica: in questo caso, il calo dei redditi è consistente non solo per quello reale disponibile delle famiglie di operai (da 14.485 euro del 2006 a 13.249 del 2010, -8,5%) ma anche per quello delle famiglie di dirigenti. passate da 35.229 euro del 2000 a 43.825 del 2006 e a 38.065 del 2010, con un calo negli ultimi quattro anni considerati del 13,1 per cento. Stesso trend per le famiglie dei lavoratori autonomi, passate da 28.721 a 26.136 euro, con una riduzione del 9 per cento. Hanno infine sostanzialmente “tenuto” – dal 2006 al 2010 – i redditi reali delle famiglie di impiegati, quadri e insegnanti (da 21.344 euro a 21.311), mentre hanno avuto un lieve avanzamento i redditi dei nuclei con capofamiglia pensionato (da 18.579 a 19.194 e un +3,3%). Il reddito medio disponibile delle famiglie era nel 2010 di 22.758 euro in media nel Centro Nord e di 13.321 euro nel Sud e nelle Isole.
Camusso (Cgil) «tassare di più la ricchezza»
Per il segretario Cgil, Susanna Camusso, intervenuta a Pesaro ad una manifestazione sindacale, «I dati di Bankitalia ci dicono che c’è un problema di impoverimento del Paese, e soprattutto di progressiva disuguaglianza dei redditi». Il rigore – ha continuato – «non ci permetterà di uscire dalla crisi, bisogna sostituire queste politiche di rigore con politiche di investimento e redistribuzione del reddito». Devono essere «tassati di più la ricchezza e i grandi patrimoni – ha concluso Camusso – e bisogna alleggerire il peso fiscale sui lavoratori dipendenti, i pensionati e le basse retribuzioni».
Il Sole 24 Ore – 11 giugno 2012