Al 31 dicembre scorso i pensionati erano 16.098.748 (57.546 in più dell’anno precedente) e in media risultavano in possesso di 1,41 assegni a testa, anche di diverso tipo: il 68% percepiva una sola prestazione, mentre il 32% ne usufruiva di due o più. In particolare, il 24% dei pensionati era destinatario di due prestazioni, il 75% di tre e l’1% di quattro o più. Sempre alla fine dello scorso anno le prestazioni previdenziali erogate dall’Inps erano 22.758.797 (+0,2% sul 2020).
Il monitoraggio dell’Istituto mette in evidenza come il 78% dei trattamenti sia rappresentato da pensioni di vecchiaia, superstiti e d’invalidità. A prestazioni assistenziali (invalidità civili, assegni e pensioni sociali, pensioni di guerra) è riconducibile il 19% del totale degli assegni. La restante quota del 3% è costituita dalle prestazioni di tipo indennitario: in sostanza dalle rendite Inail. Il gruppo più folto di pensionati è quello dei titolari di pensioni di vecchiaia: sono 11.263.961, di cui 3.131.469 (il 28%) sono anche titolari di trattamenti di altro tipo. I pensionati di invalidità previdenziale sono circa un milione, il 49% dei quali cumula pensioni di tipo diverso. I beneficiari di prestazioni assistenziali sono circa 3,7 milioni.
Non manca un capitolo dedicato agli importi degli assegni. Circa un terzo dei pensionati, per la precisione 5,3 milioni (il 32,8%), riceve una pensione mensile inferiore ai 1.000 euro. Che per Forza Italia dovrebbero rappresentare la soglia minima per tutti i trattamenti, in ogni caso da adeguare anche secondo il programma comune del centrodestra. Il fenomeno è più diffuso tra le donne, che nel 40,6% dei casi (3,38 milioni) hanno pensioni sotto i mille euro al mese. Proprio le donne rappresentano il 52% del complesso dei beneficiari di trattamenti previdenziali, ma gli uomini assorbono il 56% del totale dei redditi da pensione. E l’importo medio degli assegni erogato alle pensionate è più basso del 27% di quello percepito dai pensionati: 16.501 euro contro 22.598.
La rilevazione dell’Inps conferma che il 47% dei trattamenti, così come dei beneficiari, si concentra nel Nord Italia. Anche gli importi medi degli assegni sono più elevati nelle regioni settentrionali rispetto al resto del Paese: +7,2% nel confronto con la media nazionale. Nel Mezzogiorno si trova invece il numero maggiore di pensionati con età inferiore ai 55 anni: il 45,8% nella fascia 40-54 anni, e, rispettivamente, il 44% e il 40,1% in quelle 15-39 e 0-14 anni. Intanto è diventata operativa l’attribuzione all’Inps della gestione del Fondo di garanzia a copertura del rischio di credito connesso agli anticipi finanziari del Tfs/Tfr da parte degli istituti bancari e intermediari finanziari.