A settembre balzo della fiducia Istat conferma: Pil 2015 a +0,9%. Congiuntura. In crescita le previsioni positive sia di imprese che di consumatori
Imprese e famiglie cominciano a credere alla continuità del recupero economico in atto. A settembre,infatti, risultano in netto rialzo tanto l’indice del clima di fiducia dei consumatori quanto quello che sintetizza il sentiment delle aziende. Il primo, infatti, è salito di 3,4 punti percentuali, passando da 109,3 a 112,7. Si tratta del valore più alto degli ultimi 13 anni (per trovare un valore più elevato occorre risalire al mese di marzo 2002).
L’indicatore di fiducia delle imprese tra agosto e settembre è passato, invece, da 103,9 a 106,9 e anche in questo caso si tratta di un massimo storico, perché per trovare un livello superiore occorre risalire al novembre 2007 , quando l’indicatore delle imprese segnava 107,1. Nella sua audizione parlamentare sul Def, peraltro, il presidente dell’Istituto, Giorgio Alleva, ha “tradotto” queste valutazioni qualitative in stime congiunturali: «Ci sono segnali di un mantenimento del ritmo di crescita congiunturale nell’ordine del +0,2%/+0,4% con un analogo incremento nel quarto trimestre» ha spiegato il numero uno dell’ Istat , e ha affermato che che la previsione per il 2015 appare «in linea con il Def», +0,9%. «La Nota- ha dichiarato- delinea anche un consolidamento della fase di crescita, +1,6% nel 2016 e 2017: stime che confermano lo scenario tracciato». Alleva ha precisato però che «il ripristino di un contesto favorevole agli investimenti è condizione fondamentale per non compromettere il percorso di crescita delineato nella Nota al Def». E ha spiegato che«gli ultimi dati disponibili sugli investimenti, riferiti al primo semestre del 2015, non evidenziano una chiara inversione di tendenza nel processo di accumulazione del capitale, anche se si sono registrati i primi segnali positivi per la componente dei macchinari». Inoltre, in prospettiva «l’espansione dei consumi potrebbe essere tuttavia meno rapida perché influenzata da una moderata riduzione della disoccupazione e da un più lento ripristino delle condizioni di fiducia delle famiglie, significativamente indebolite dalla durata della crisi».
Tornando ai dati sul morale di imprese e famiglie, l’Istat sottolinea che, per quel che riguarda le valutazioni dei consumatori, sono aumentate a settembre tutte le componenti del clima di fiducia. Va detto che il saldo netto delle valutazioni sulla situazione economica attuale ha ancora il segno meno davanti. Ma la variazione è di ben 20 punti e si passa a -47 contro il precedente -61; invece, le attese sui prossimi tre mesi sono già in area positiva e il saldo netto è salito da 6 a 14. Gli intervistati, inoltre, prevedono un rallentamento della crescita dei prezzi nei prossimi 12 mesi Infine, appaiono in discesa anche le attese sulla disoccupazione (il saldo netto delle risposte scende a 7 dal precedente 25).Per le aziende, l’Istituto di statistica vede in crescita tutti i settori: sale sia l’indicatore del settore manifatturiero che quello delle costruzioni (che balza a quota 123,3 dal precedente 119,5) oltre a quello dei servizi e a quello del commercio al dettaglio. In particolare, nel manifatturiero l’aumento è trainato dagli ordini, non solo dall’estero ma anche dal mercato domestico. In salita anche le indicazioni sulla produzione (sia corrente che attesa). Invariate le scorte (sui livelli medi degli ultimi 6 mesi). Le imprese appaiono decisamente più ottimiste circa le aspettative sull’economia,mentre arretrano lievemente le attese sull’occupazione.
Osserva Paolo Mameli, senior economist del servizio studi di Intesa Sanpaolo: «L’aumento della fiducia sia dei consumatori che delle imprese nel mese di settembre conferma che la ripresa va consolidandosi e non sembra intaccata dai segnali di rallentamento dell’economia mondiale, in particolare da quello dei Paesi emergenti. A settembre, il morale è stato supportato sia dalle notizie più positive giunte dagli ultimi dati sul ciclo economico, sia dagli annunci di ulteriori tagli fiscali già dal prossimo anno: la prospettiva di un taglio dell’imposta sulla casa potrebbe spiegare, in particolare, il deciso miglioramento della fiducia tra le imprese di costruzione». Le valutazioni positive sulla ripresa in Italia sono condivise e “capitalizzate” in termini politici dai rappresentanti del governo: «La ripresa si sta consolidando» afferma ad esempio il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta. «Siamo stati aiutati da una congiuntura internazionale, come il prezzo del petrolio e le decisioni della Bce, ma i risultati che stiamo ottenendo sono frutto anche delle scelte del governo: ricordo gli 80 euro, il taglio dell’Irap sull’impresa, il Jobs Act che sta dando risultati interessanti. Il tutto muove a favore della ripresa».
Rossella Bocciarelli – Il Sole 24 Ore – 29 settembre 2015