L’obiettivo più vicino nell’agenda di politica economica del Governo resta quello: rivedere al rialzo la disciplina della Tasi per assicurare un gettito aggiuntivo di 1,5 miliardi ai comuni. Due le vie per portare a casa il risultato: un emendamento di palazzo Chigi al Dl Imu-Bankitalia, che mercoledì prossimo approderà in Aula al Senato, oppure un nuovo decreto.
Questa seconda pista partirebbe da due capitoli ben distinti: quello messo a punto da Maurizio Lupi con le misure sul disagio abitativo e l’housing sociale e quello chiesto appunto dai Comuni con i ritocchi alla Tasi, con un probabile doppio aumento di aliquote (3,5 per mille sulle abitazioni principali, case di lusso escluse, e all’11,6 per mille su tutti gli altri immobili). Aumenti che verrebbero vincolati a un sistema di detrazioni alle famiglie simili a quelle già usate per la nuova imposta municipale.
Intanto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Graziano Delrio, frena sulla possibilità di una tassa una tantum sui giochi, sollecitata dai sindaci dell’Emilia Romagna: il Governo valuterà tenendo conto «delle difficoltà a modificare le normative in questo settore». Sul tema ieri il presidente di Confindustria Sistema Gioco, Massimo Passamonti, ha ricordato che il confronto «sui problemi (che ci sono) dell’offerta di gioco sul territorio deve essere in Conferenza Stato-Regioni prevista del resto dal ddl di delega fiscale all’articolo 14». Una richiesta in questo senso era stata avanzata da Confindustria Sistema Gioco al ministro Delrio già dalla primavera scorsa.
Il Sole 24 Ore – 4 gennaio 2014