Matteo Carollo, il Giornale di Vicenza. Cento milioni di euro all’anno solo per far fronte alla spesa sanitaria legata all’emergenza Pfas. Più altri 100 milioni, subito, per gli interventi strutturali d’urgenza. Il governatore del Veneto Luca Zaia presenta allo Stato il conto per risolvere l’emergenza dell’inquinamento da perfluori, scrivendo una lettera al presidente del consiglio Matteo Renzi, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
LA LETTERA. Il testo della missiva è chiaro. «Si chiede l’intervento straordinario dello Stato a favore della popolazione del territorio dei comuni interessati dal vasto fenomeno di inquinamento da sostanze perfluoro alchiliche». Più avanti, il documento formalizza le richieste, fissando tempi e cifre. «Si preannuncia la presentazione a brevissimo termine di un programma di interventi strutturali ed infrastrutturali, da realizzarsi in un arco temporale di 4-7 anni, che in prima approssimazione, per le opere più urgenti, riguardanti la modifica strutturale degli approvvigionamenti idrici per il settore idropotabile e per i settori economici industriali ed agricoli coinvolti, ammonta ad un importo di oltre 100 milioni di euro e per la sorveglianza sanitaria si stima indicativa dei costi diretti pari a 100 milioni di euro l’anno».
LE MISURE. Nella lettera Zaia stila anche un elenco delle misure da attuare al più presto per risolvere l’inquinamento che ha coinvolto i territori di 29 comuni e circa 300 mila residenti. Secondo il governatore serve innanzitutto l’analisi degli alimenti per verificare l’eventuale contaminazione degli stessi; sono necessari, poi, studi epidemiologici sulla popolazione, anche di tipo retrospettivo, per verificare gli effetti dei Pfas sulla salute dei soggetti esposti. Non mancano riferimenti agli animali che ogni giorno bevono l’acqua dei pozzi privati: anche in questo caso servono misure di prevenzione. Infine, sempre secondo la Regione, è necessario prendere in carico le persone il cui sangue è risultato contaminato dai Pfas, elaborando un apposito piano diagnostico terapeutico, differenziato secondo una graduazione del rischio e per fasce di età. Tutto questo «in attesa di ricevere dall’Istituto superiore di sanità i più ampi risultati definitivi dello studio di biomonitoraggio, in particolare con riguardo alla possibile interazione tra il livello di presenza di sostanze perfluoro alchiliche nel sangue e la possibile insorgenza di gravi danni per la salute».
Il governatore Zaia manifesta, in più, «la necessità di avviare una formazione ad hoc per tutte le figure sanitarie e non coinvolte nella gestione del problema». Nel testo è stato riportato anche un excursus su quanto fatto finora da Venezia e dai Comuni, come l’installazione dei filtri a carboni attivi, le ordinanze di chiusura dei pozzi privati e l’estensione delle reti acquedottistiche; senza contare il biomonitoraggio eseguito con l’Iss. C’è spazio anche per una stoccata sulle spese: «II territorio e la Regione hanno peraltro provveduto a coprire i costi delle operazioni di messa in sicurezza degli acquedotti e di monitoraggio con oneri che in buona parte ricadono ingiustamente sulle tariffe del servizio idrico integrato, pagate dagli stessi cittadini che stanno subendo un chiaro e non contestabile danno».
LA REPLICA. Un conto salato, dunque. Ma lo Stato è pronto a pagare? Il governo Renzi accoglierà le richieste di Zaia erogando i fondi necessari per risolvere il problema? Una prima reazione è arrivata dal sottosegretario all’Ambiente Barbara Degani, ieri a Vicenza per partecipare al vertice in Provincia sull’argomento. «Ho saputo oggi (ieri, ndr) che la Regione ha spedito una lettera al governo nella quale sono indicate delle cifre – ha spiegato Degani -. Stiamo facendo un ragionamento, è un problema che sarà preso in considerazione, cercheremo di parlare con la Regione». ·
Il Giornale di Vicenza – 10 maggio 2016