Padova invasa dagli yankee. Nessun allarme, parliamo di tartarughe. Quelle americane dalle orecchie gialle o rosse, che ormai hanno occupato il territorio, sia nei piccoli laghetti dei tanti parchi della città che nei tre fiumi che attraversano Padova, spodestando, di fatto, le tartarughe nostrane conosciute come le “Emys orbicularis”.
Stando ai dati forniti dagli esperti, in città ci sarebbero ormai 4-5mila esemplari di queste testuggini, radicate nel tempo perché, negli anni, la gente che le aveva acquistate quando erano grandi poco più di una moneta da due euro, le ha scaricate nei fiumi e nei laghetti una volta che avevano raggiunto dimensioni maggiori. Parliamo di rettili che possono superare anche i 30 centimetri e che vivono per circa 30 anni e che quindi difficilmente sono contenibili in un normale acquario da appartamento.
Da quando hanno preso piede in città, le nostre tartarughe pian pianino si stanno estinguendo. «Le tartarughe americane sono più forti, vanno in letargo un mese dopo e si svegliano un mese prima» rivela Ferdinando Zanin, medico veterinario e referente provinciale per Padova per la Lipu «in più occupano anche lo stesso habitat e quindi succede che quando devono procurarsi il cibo, e parliamo di carnivori, arrivano sempre prima e le nostrane rimangono senza. È un problema grandissimo perché ormai di Emys ne sono rimaste pochissime, sono sempre più rare e finiranno per estinguersi».
Nello studio del veterinario spesso arrivano tartarughe yankee portate dai cittadini e in quei casi si cerca di regalarle a privati, anche perché in Italia sono sempre più insoliti i vecchi vasconi ospedalieri dove una volta venivano recuperate le tartarughe marine. L’ultimo ad aver chiuso è quello di Rimini, e ne restano pochi altri in cui confluiscono testuggini da tutta la penisola. Il fenomeno è nato circa vent’anni fa, quando era permessa l’importazione delle tartarughe americane, ed era facilissimo trovarne alle giostre o nei negozi di animali. Negli anni le “yankee”, oltre a crescere sono diventate anche particolarmente aggressive e la gente quindi se n’è sbarazzata nel Bacchiglione, nel Brenta o nel Piovene. Nel corso degli anni si sono riprodotte e hanno letteralmente conquistato i corsi d’acqua di Padova.
E ora rappresentano un problema grandissimo perché non esiste un modo per sradicarle o spostarle. In vendita ce ne sono ancora: sebbene sia stata vietata l’importazione delle yankee dalle orecchie rosse, di cui sono pieni i laghetti del Parco Iris e quello davanti all’Ira (istituto di riposo per anziani), quelle con le orecchie gialle sono ancora facilmente rintracciabili non solo alle fiere, ma anche nelle rivendite di animali. Nessuna forma di razzismo verso una specie di tartaruga comunque divina, che però non fa parte dell’ecosistema naturale padovano e, di conseguenza ne scompensa l’originaria evoluzione.
Il Mattino di Padova – 7 luglio 2013