L’apparizione dell’Aethina tumida, in Calabria nel settembre scorso e in Sicilia all’inizio di novembre, e le misure messe in atto dalle istituzioni per “contenere” la possibile estensione dell’infestazione del temibile coleottero parassita degli alveari, stanno creando non poco scompiglio tra gli apicoltori. Con associazioni, come la Fai, schierate a fianco del Ministero della Salute e della giunta regionale della Calabria, nel sostegno ad indicazioni e procedure “drastiche” per arrestare l’avanzata del parassita, mentre tanta altra parte del mondo apistico, supportata da esponenti politici, chiede un cambiamento di rotta, con l’adozione di misure meno severe per limitare i danni economici agli apicoltori calabresi. Così mentre il direttivo della Fai ribadisce il proprio punto di vista e adotta una posizione ufficiale, i deputati 5S in commissione agricoltura presentano una nuova interrogazione che chiede la riformulazione delle procedure.
In particolare è la misura che prevede la distruzione dell’intero apiario in “presenza di un unico coleottero all’interno di un solo alveare” nell’ordinanza emanata dalla Regione Calabria a far discutere. Intanto domani, lunedì 1 dicembre, è prevista una riunione al Ministero con le Associazioni degli apicoltori.
Abbiamo chiesto al dottor Gianluigi Bressan, veterinario in servizio all’Ulss 22 di Bussolengo, ed esperto di questioni apistiche, una valutazione “tecnica”.
“L’Aethina tumida – spiega Bressan – è un insetto responsabile di una patologia esotica regolamentata dall’ordinanza ministeriale del 20 aprile 2004. Dopo che è stato evidenziato in alcune ben limitate zone della Calabria, il Ministero, nel tentativo di bloccarne l’avanzata, ha provveduto, con l’accordo della giunta calabrese, ad emanare alcune ordinanze tra cui quella di distruggere tutto l’apiario in cui si individua anche un solo coleottero. Controlli effettuati dai veterinari calabresi con l’aiuto di apicoltori collaborativi ha fatto sì che i casi positivi si limitassero a zone non così ampie attorno al focolaio di partenza. Purtroppo l’area in questione è proprio quella scelta da alcuni apicoltori siciilianiche ogni anno portano le api in Calabria per le fioriture degli agrumi e, ora, dell’eucalipto. Da qui si può comprendere il collegamento epidemiologico con il primo focolaio del caso che si è verificato a Melilli, in provincia di Siracusa”.
Qual è la stuazione epidemiologica?
“Ad oggi i focolai sono circa 58 (due apiari sentinella) e il problema grosso è che questo coleottero vola, per cui un apiario sano potrebbe non esserlo tra 20 giorni. Inoltre la movimentazione di api dalla Calabria a tutta Europa in questo momento non è “conosciuta” a nessuno, da cui il rischio, per alcuni territori, di avere già l’Aethina in casa”.
Quali le misure possibili?
“Il dilemma è: distruggiamo sperando di eliminare il parassita oppure cerchiamo solo di rallentarne la diffusione? La proposta del Ministero è stata quella di distruggere e di pagare gli indennizzi in attesa di vedere come evolverà la situazione, se davvero, come molti sostengono, finirà con lo sfuggure di mano. Va detto che per ora le segnalazioni sono concentrate lì. La Fai si è dimostrata subito collaborativa, mentre altre associazioni, inizialmente d’accordo, hanno poi cavalcato la protesta, arrivando alle attuali polemiche. Tutto questo fa solo male al settore. Inoltre, adesso la Calabria e una parte della Sicilia sono bloccate per le esportazioni e gli spostamenti, ma cosa succederebbe se lasciassimo che il coleottero venga avanti? Mano a mano le altre Regioni verrebbero bloccate con danni economici ancora maggiori”.
Le altre proposte?
“La proposta di alcune associazioni è di togliere le limitazioni e lasciare che il coleottero infesti, ma imparando a gestirlo in modo da conviverci (fase prevista in un secondo momento dallo stesso Ministero) con trappole e trattamenti idonei. D’altra parte, il fatto di distruggere tutto sta mettendo in ginocchio le famiglie che vivono di apicoltura, per cui si stanno cercando con urgenza i fondi necessari per indennizzarli. In questo quadro va apprezzato il comportamento di Ministero e Centro di referenza che proseguono nella loro opera nonostante le migliaia di polemiche e spinte politiche che mirano a far loro cambiare rotta. Vedremo ora cosa uscirà dall’incontro al Ministero del 1 dicembre”.
La situazione epidemiologica – Centro di referenza IzsVe
A cura dell’ufficio stampa del Sivemp Veneto – 30 novembre 2014