Dossier al Governo per chiedere una deroga sui mangimi. Sarà un percorso lungo e in salita, ma alzare i limiti stabiliti dalla Ue sulle aflatossine presenti nel mais destinato all’alimentazione di alcune specie di animali da carne potrebbe rappresentare una soluzione alle contaminazioni e al conseguente crollo produttivo di annate maidicole disastrose come quella del 2012.
La proposta e l’invito a verificarne la fattibilità sono arrivate dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna assieme al Coordinamento cereali (associazione nata nel marzo 2012 cui partecipano Cia, Confagricoltura, Fedagri, Legacoop agroalimentare e Agci), contenuti in un documento inviato ai ministri delle Politiche agricole e della Salute, Mario Catania e Renato Balduzzi.
Quest’ultimo avrebbe già manifestato perplessità sull’aumento dei limiti in quanto esisterebbero modi alternativi per trattare il raccolto contaminato. In ogni caso gli agricoltori chiedono di «valutare una differenziazione dei limiti in funzione della destinazione dei mangimi. È noto, infatti – come conferma anche una relazione tecnica dell’Università di Torino e di quella di Padova – che contenuti anche minimi in aflatossine possono comunque rivelarsi critici per la produzione di latte, mentre tenori relativamente più alti degli attuali sarebbero del tutto ininfluenti per la produzione della carne».
La proposta dovrà ovviamente essere valutata anche da Bruxelles, ma negli Usa i valori soglia sono già oggi più elevati di quelli Ue. «È una questione – sottolinea Umberto Bertolasi, direttore di Confagricoltura Lombardia, regione leader a livello zootecnico – di discrepanze tra i limiti europei e statunitensi. Negli Usa hanno aumentato i valori consentiti nel mais impiegato nell’alimentazione di alcune razze da carne perché è noto che le aflatossine non passano nella carne. Chiediamo di valutare questa possibilità». Secondo Mario Lanzi, presidente della Cia Lombardia.
«La sicurezza igienico sanitaria nella catena alimentare deve essere assolutamente garantita. Il problema va piuttosto risolto a livello produttivo perché abbiamo le competenze tecniche e professionali. Siamo aperti, comunque, alla possibilità di una deroga sui valori in base alla specificità di alcune razze da carne». «Si può cercare di alzare la soglia – sottolinea Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – ma solo se questo non crea alcun rischio per la salute umana. Lo hanno fatto negli Usa dove i valori autorizzati sono dieci volte più elevati di quelli europei». Alzare i limiti per le aflatossine è difficilmente perseguibile». Lo scrive il ministero della Sanità in risposta alla richiesta delle organizzazioni agricole che, in una lettera inviata qualche giorno fa, chiedeva chiarezza in merito alla forte concentrazione di micotossine nel mais coltivato nel 2012 segnato dall’eccessiva siccità della scorsa estate.
«Considerata la possibilità di percorrere vie alternative – precisa la nota ministeriale – quali la detossificazione del mais o la destinazione delle granaglie contaminate ad altri usi non alimentari, si ritiene che l’innalzamento dei parametri attualmente fissati non è coerente con la salvaguardia della salute pubblica e degli animali».
Agrisole – 31 gennaio 2013