L’onda rosa del governo, partita con le nomine per i Cda delle quotate, non si ferma. Chi si aspettava un nuovo Mister Fisco ieri è rimasto deluso: alla direzione dell’Agenzia delle Entrate, due settimane dopo l’addio di Attilio Befera, è arrivata una Lady. A gestire la rivoluzione fiscale – dalla dichiarazione precompilata al pacchetto di semplificazioni – sarà Rossella Orlandi, toscana, cinquantasette anni, la metà dei quali trascorsa a dare la caccia ai grandi evasori.
L’attuale capo della direzione regionale in Piemonte ha bruciato all’ultimo Marco di Capua, la cui promozione – è stato a lungo il numero due di Befera – sarebbe stata auspicata dal ministro del Tesoro Padoan.
Alla fine ha vinto la linea Renzi: secondo il premier, che anche in pubblico aveva criticato i blitz in «stile Cortina», serviva un segnale di discontinuità. Sull’oscurarsi del nome di Di Capua avrebbe anche pesato il fatto di essere un ex ufficiale della Guardia di Finanza. Un corpo che le inchieste sul Mose e gli scandali scoppiati a Napoli stanno mettendo in crisi, nonostante Di Capua non sia minimamente coinvolto nelle indagini.
Ma nel giro di poltrone che vanno a ridisegnare i vertici di Istat, Consob, Enit, Agenzia dei beni confiscati e a completare l’architrave della neonata Autorità anticorruzione presieduta da Cantone la quota rosa è altissima. All’autorità di Borsa, dopo una lunga vacatio, è arrivato anche il terzo membro: Anna Genovese, studi a Catania e una cattedra alla facoltà di Economia dell’Università di Verona, autrice di pubblicazioni su temi di diritto societario, diritto dell’impresa e diritto della concorrenza.
Alla presidenza dell’Istat, invece, sale Giorgio Alleva, 59 anni, studi al liceo classico eppure una passione per i numeri, attualmente professore ordinario alla Sapienza di Roma. Già membro del Consiglio dell’istituto di statistica per otto anni, all’inizio del 2014 è entrato nel Comitato Tecnico scientifico. Ma sulle dodici pagine del suo curriculum vitae si contano diverse esperienze internazionali: consulente per la Commissione europea, per la Fao e per l’Instituto Nacional de Estadistica y Censos della Repubblica Argentina. Da professore ha invece insegnato all’Universidad del Salvador di Buenos Aires.
Dal 2010 Alleva è anche consulente di Italia Lavoro, per conto del ministero del Lavoro, nell’ambito del progetto per la costruzione di mappe di rischio dell’occupazione irregolare. Ha lavorato anche per conto del ministero delle Attività produttive, per quello delle Infrastrutture e Trasporti e per quello dei Lavori Pubblici.
Nuovi vertici anche per l’Enit, l’agenzia nazionale del Turismo. Un volano per la crescita, nei piani del presidente del Consiglio. Per il rilancio dell’ente è stato indicato Cristiano Radaelli, già presidente di Anitec e numero due della Confindustria Digitale guidata da Stefano Parisi. È un uomo hi-tech, Radaelli, ed è facile immaginare che, per potenziare il settore, investirà con forza sui nuovi media e sulla Rete.
Al fianco di Raffaele Cantone, nell’autorità anticorruzione, siederanno il consigliere di Stato Michele Corradino, l’imprenditore Francesco Merloni, la costituzionalista Ida Angela Nicotra e la giurista Nicoletta Parisi. Sui nomi da scegliere ci sarebbe stata un confronto abbastanza serrato, ma in ogni caso si tratta di personalità gradite allo stesso Cantone.
Sulla poltrona di presidente dell’Agenzia dei beni confiscati siederà Umberto Postiglione, già prefetto di Agrigento e Palermo, capo dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno considerato vicino al ministro Angelino Alfano.
Una conferma, infine, al vertice dell’Agenzia del Demanio: il direttore resta Stefano Scalera, arrivato nel 2011.
La Stampa – 14 giugno 2014