Agenzia ispettiva unica, il decreto slitta. Nella nuova struttura avrebbero dovuto confluire 3mila ispettori del Lavoro, 1.500 dell’Inps e 400 dell’Inail
Finisce su un binario morto la prima bozza del decreto legislativo di semplificazione e razionalizzazione dell’attività ispettiva sul lavoro. Ieri pomeriggio, nel corso dell’incontro con i sindacati, è stato lo stesso ministro Giuliano Poletti a parlare di un rinvio del provvedimento che avrebbe dato attuazione all’articolo 1 comma 7 della delega e che era stato annunciato per il Consiglio dei ministri di oggi.
E in serata anche ambienti di palazzo Chigi hanno confermato le perplessità che hanno indotto al rinvio. Se ne riparlerà forse a fine mese.
Numerosi sarebbero i nodi problematici emersi nel confronto con le parti sulla prospettiva di costituzione di un’Agenzia unica per le ispezioni del lavoro in cui sarebbe confluito personale dell’Inps, dell’Inail e dello stesso ministero del Lavoro. La struttura, ipotizzata con un organico di circa 6mila addetti e 19 sedi (una nazionale a Roma e 18 sul territorio), sarebbe nata sulle ceneri di un’ottantina di direzioni provinciali e interregionali del ministero la cui soppressione avrebbe sì generato risparmi sulle spese per affitto e gestione di circa una ventina di milioni l’anno, ma avrebbe generato anche dipendenti in soprannumero per circa 1.700-1.800 unità. Una nuova mobilità di personale, ipotizzata verso Inps, Inail e il ministero dell’Interno, che si sarebbe sovrapposta alla già complessa operazione in corso di trasferimento del personale in “esubero” delle vecchie province in chiusura (legge 56/2014).
All’Agenzia, sulla carta, avrebbero dovuto confluire circa 3mila ispettori del Lavoro, 1.500 dell’Inps e quasi 400 dell’Inail oltre ad un ulteriore migliaio di addetti “di supporto” del ministero per gestire il contenzioso. Una struttura nazionale con articolazioni territoriali leggere, da far funzionare utilizzando come basi di appoggio territoriale perlopiù le sedi Inps o Inail, con l’obiettivo di garantire il massimo di economia in linea con le norme del dlgs 300 del 1999 con le quali sono state costituite altre agenzie governative dotate di piena autonomia di bilancio. La nuova struttura avrebbe incluso nella sua dotazione finale anche duemila carabinieri in forza al Comando dei carabinieri del Lavoro.
Altro nodo problematico, indicato in particolare dai sindacati, riguarderebbe il trattamento economico effettivo del personale trasferito nella nuova Agenzia, che nella bozza presentata sembrerebbe penalizzante in particolare per gli ispettori Inps e Inail. Anche da qui sono partite ieri le nuove contestazioni al progetto di Susanna Camusso, che ha ribadito posizioni condivise nei giorni scorsi con Cisl e Uil: «La critichiamo perché come è stata presentata e per le risorse che le sono state affidate penalizzerà i lavoratori, dal punto di vista dei loro redditi e dei profili professionali. Poi perché un procedimento costruito in questo modo determinerà una forma di paralisi e una riduzione dei controlli, oltre all’incertezza per le funzioni dei due grandi enti previdenziali».
L’Agenzia avrebbe dovuto entrare in funzione nel 2016, prevedendo quindi una fase di graduale attivazione tramite un più stretto coordinamento del personale ispettivo. Un periodo di rodaggio nel corso del quale sarebbe stato anche messo a punto lo statuto, che prevede una governance garantita da un direttore generale, un comitato direttivo (5 esperti) e un collegio sindacale (3 elementi). Organi con una durata triennale e nei quali, nelle versioni della bozza circolate, non è prevista una rappresentanza di Inps e Inail, altro elemento di criticità indicato dai sindacati.
Bisognerà attendere a questo punto a nuova proposta governativa per capire quali soluzioni operative verranno trovate per garantire gli obiettivi cui il ministro Poletti per primo s’è esposto. Ovvero, un miglior coordinamento delle ispezioni sui luoghi di lavoro per alleggerirne l’impatto sull’attività di imprese e cantieri senza venire meno alle esigenze di controllo e sicurezza. Le funzioni dell’Agenzia, sulla carta, spazieranno dalla vigilanza sugli impianti al contrasto del lavoro irregolare e sommerso fino alla gestione del contenzioso sulle sanzioni legate alle ispezioni. Fuori dal perimetro di questa struttura nazionale (o coordinamento rafforzato se passasse un disegno alternativo) resterebbero al momento le attività ispettive delle Asl, in attesa della riforma del Titolo V della Costituzione.
Il Sole 24 Ore 20 febbraio 2015