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Aggressioni cani. Simevep: «Le ordinanze transitorie non sono una risposta. Ci vuole uno strumento normativo adeguato»

1a1a1_1aROTTWEILER01«Le ordinanze contingibili e urgenti non rappresentano una risposta al grave fenomeno delle aggressioni dei cani. Non si può pensare di controllare un rischio così pericolosamente concreto con norme transitorie e non corredate da sanzioni». Così la Società di medicina veterinaria preventiva interviene nel dibattito seguito alla drammatica aggressione di un’anziana da parte di due rottweiler a Roma. «La cronaca ci ripropone il costante rischio per la pubblica incolumità rappresentato da cani detenuti e gestiti in modo inappropriato. E ci fa riflettere su come la risposta a queste emergenze sia quasi sempre improvvisata, a carico dei Servizi veterinari delle Asl, che sono oltretutto quasi sempre in carenza di risorse e procedure».

Proprio la drammatica impennata del numero di aggressioni mortali degli ultimi anni ha dimostrato in modo evidente l’inadeguatezza delle varie Ordinanze adottate dal 2003 ad oggi ed ancora non tradotte in legge nazionale.

«Non serve riproporre per la decima volta un provvedimento contingibile e urgente, con il suo inevitabile ritorno di polemiche, ma nei fatti inutile – prosegue la Simevep – . C’è oggi la necessità di uno strumento normativo adeguato al profilo di rischio per la pubblica incolumità che sappia sintetizzare tutto quanto discusso e proposto negli anni. E che molte Regioni peraltro hanno già adottato».

Gli esperti del gruppo di lavoro “Igiene urbana” della Società scientifica sintetizzano quindi gli interventi che possono costituire una risposta per contrastare l’emergenza. Priorità alla formazione a tutti i livelli per i veterinari del Ssn chiamati alla valutazione del rischio, in particolare in medicina comportamentale. In primo piano anche la definizione di strategie di prevenzione, condivise dalle forze di polizia, e di percorsi di rieducazione con la previsione di sanzioni in caso di inadempienze.

Inoltre dovranno essere previsti e strutturati opportunamente servizi accalappiacani, attivando un numero unico cui dedicare personale formato ed adeguato. Infine andranno predisposti canili per la custodia e la rieducazione, approfittando anche delle buone esperienze attivate dal volontariato.

18 luglio 2012

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