La commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo ha completato oggi l’iter di approvazione delle modifiche alla riforma della politica agricola comune post 2014.
Dopo la seduta di mercoledì dedicata a pagamenti diretti, sviluppo rurale e Ocm unica, si è conclusa ieri mattina la sessione di voto conclusiva sul “Regolamento ‘orizzontale’ sulla gestione e sul monitoraggio della Pac”. «Le novità approvate prevedono l’introduzione di importanti strumenti di flessibilità per gli stati membri», ha commentato Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura. «Per i paesi a programmazione regionale sarà possibile compensare le somme non utilizzate di uno o più programmi di sviluppo rurale con somme spese oltre tale limite da altri programmi (sempre di sviluppo rurale)».
Per quanto riguarda il greening, ha spiegato De Castro, «il mancato rispetto dei requisiti non influenzerà l’erogazione dei pagamenti di base». Inoltre, ha sottolineato ancora, «in caso di conferma per gli anni successivi degli importi percepiti l’anno precedente, gli agricoltori potranno presentare domande di pagamento pluriennali». Previste infine anche ulteriori misure di sostegno per le regioni i cui agricoltori versano in gravi difficoltà finanziarie a seguito di condizioni eccezionali: in questi casi, gli stati membri potranno incrementare fino all’80% (anziché del 50% per i pagamenti diretti e del 75% per lo sviluppo rurale) la percentuale degli anticipi sulla Pac.
Novità in tutti i temi caldi, vale a dire i pagamenti diretti, lo sviluppo rurale e l’organizzazione comune dei mercati (Ocm). Sul fronte dei nuovi pagamenti diretti, tra le novità più significative, adottato il nuovo criterio di ripartizione delle risorse che non permetterà a nessun Stato Membro di percepire meno del 65% della media Ue. Un principio che per l’Italia si tradurrà in un aumento di circa 44 milioni di euro l’anno una volta messo a regime.
Quanto alla distribuzione degli aiuti all’interno degli Stati Membri, maggiore attenzione sarà dedicata a quelle aree e settori dove una riduzione degli aiuti troppo repentina potrebbe impattare negativamente sui redditi dei produttori agricoli. In pratica al termine del periodo di applicazione delle nuove regole (2020) i premi non saranno ridotti di più del 30% rispetto al primo anno di applicazione (2015). Al tempo stesso, gli Stati Membri potranno adottare un proprio sistema di convergenza interna per uniformare una parte dei titoli di pagamento.
Novità anche per quanto riguarda il ‘greening’, la serie di misure per la sostenibilità ambientale dell’agricoltura (diversificazione delle colture, un’area destinata al mantenimento della biodiversità). In base al testo approvato anche le aziende con certificazione ambientale, agricoltura biologica, che già rispettino pratiche agro-ambientali di sviluppo rurale avranno automaticamente diritto ai ”pagamenti verdi”, cosi’ come saranno esonerate anche le aziende il cui 75% della superficie è coltivata a riso.
Sul versante della diversificazione delle colture, saranno esonerate le aziende con superficie inferiore ai 10 ettari, mentre per le superfici tra 10 e 30 ettari saranno previste almeno due colture e sopra i 30 ettari tre colture (la proposta della Commissione prevedeva tre colture per tutte le superfici superiori ai 3 ettari). Previsto l’esonero da questo criterio per tutte le colture arboree (come ad esempio le produzioni mediterranee dell’olio d’oliva e degli agrumi) e per le aziende di dimensione inferiore ai 10 ettari.
Gli ambientalisti: cancellate le misure a favore di biodioversità e clima
Roma, 24 gen. (Adnkronos) – Gli ambientalisti di Lipu e Wwf sono “indignati” in merito alle decisioni della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che cancella i benefici della Politica agricola per l’ambiente. “Quella approvata dalla Commissione e’ una controriforma che rappresenta un grave danno all’ambiente e ai cittadini contribuenti europei”. E’ il commento di Lipu e Wwf al voto della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo sulla riforma della Politica agricola comune (Pac) dell’Unione Europea.
La Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo (Comagri) ha completato oggi le votazioni sulla riforma della Pac, approvando una serie di proposte controverse che hanno praticamente cancellato i benefici che la Pac (che entrera’ in vigore nel 2014) avrebbe potuto apportare all’ambiente. “Quanto deciso ieri ed oggi – dichiarano le due associazioni in una nota congiunta – è in palese contrasto con la proposta originaria della Commissione Europea che, seppur timidamente, tentava di legittimare nuovamente, agli occhi dei contribuenti europei, il bilancio agricolo dell’Ue (34% del bilancio complessivo) introducendo una maggiore condizionalità ambientale per i contributi concessi agli agricoltori”.
“Siamo sdegnati per le decisioni della Commissione agricoltura – proseguono – che su molti punti si è praticamente divisa a metà con numerosi emendamenti approvati per un solo voto di scarto. Le misure del ‘greening’ della Pac sono state praticamente cancellate, ossia le misure in favore della biodiversità e per contrastare i cambiamenti climatici previste nel primo pilastro per i pagamenti diretti alle aziende agricole”.
In particolare gli ambientalisti criticano una serie di decisioni della Comagri che, a parer loro, “hanno cancellato l’ambiente dalla riforma della Pac allontanando l’agricoltura europea da un’autentica sostenibilità ambientale. Ecco i punti salienti sui quali Wwf e Lipu puntano il dito.
Greening: sono cancellate le tre misure obbligatorie in favore del clima e biodiversità proposte dalla Commissione Ue (rotazione e diversificazione delle colture, protezione dei prati permanenti ed aree d’interesse ecologico) sostituite da un ”menu”’ di misure stabilite dalle Amministrazioni nazionali e regionali che gli agricoltori potranno liberamente adottare. Qualsiasi sistema di certificazione permetterà di entrare nel greening. Il risultato sarà la realizzazione di misure non efficaci disperse sul territorio che consentono agli agricoltori di ottenere gli stessi finanziamenti senza aumentare l’impegno per la tutela dell’ambiente.
Sviluppo Rurale: oltre all’introduzione di sussidi illegali con il doppio pagamento agli agricoltori per le stesse misure, la Comagri ha confermato la proposta della Commissione Ue per l’introduzione nel secondo pilastro della Pac di un costoso strumento per la stabilizzazione dei redditi e le assicurazioni contro le calamità naturali, che finirà per impegnare la maggior parte dei finanziamenti destinati allo sviluppo rurale.
Aree di elevato valore naturale: la Comagri ha respinto la proposta d’introdurre specifici programmi per la gestione delle aree agricole di elevato valore naturale e per l’agricoltura biologica, pratiche che svolgono un ruolo cruciale nella fornitura di beni pubblici ambientali e sostegno all’economia rurale. La previsione di specifici programmi avrebbe assicurato maggiori finanziamenti a queste pratiche agricole più sostenibili per l’ambiente.
Condizionalità: poteri conservatori hanno causato l’indebolimento della condizionalità – uno dei principi base della Pac: per ricevere i sussidi bisogna rispettare la legge e seguire le buone pratiche – facendoci tornare indietro agli anni peggiori della Politica agricola.
25 gennaio 2013 – riproduzione riservata