Duecento milioni per Roma e il Giubileo. Altri 150 per Milano e il dopo-Expo, 150 per la Terra dei Fuochi e 50 per Bagnoli, altri 100 per lo sport (tra candidatura olimpica, sempre nella Capitale, e impianti nelle periferie) e una serie di altri interventi tax credit per il cinema, Sardegna, sostegno al made in Italy, Protezione civile.
Ma nel decreto governativo sulle «misure urgenti per le emergenze del territorio» (12 interventi in tutto, 900 milioni stanziati) che il premier Matteo Renzi definisce «il decreto Happy Days» (rispondendo a Stefano Fassina che si è detto alternativo a quel modello fonziano ), la parte del leone la fanno le due metropoli.
Milano, per il dopo-Expo (la valorizzazione dell’area»). E Roma, per affrontare l’Anno Santo che inizia tra soli 25 giorni. Dei 200 milioni destinati alla Capitale, 150 saranno gestiti del Campidoglio, guidato dal commissario Francesco Paolo Tronca, altri 50 andranno alla Regione di Nicola Zingaretti. Fondi che se ne andranno per la gestione ordinaria: decoro, pulizia, trasporti, bus, treni. Niente cantieri in più, anche perché già si fa fatica ad aprire (figuriamoci a chiudere) quelli programmati finora. Tanto che, nel vertice a Palazzo Chigi — per la prima volta c’era Renzi in prima persona — lo stesso Tronca ha ammesso: «I lavori andranno avanti fino al 31 gennaio». Significa fare quasi due mesi, dall’8 dicembre, con le transenne. E i fondi per la sicurezza? Nel decreto «Happy days» non ci sono. Così come non c’è traccia né dei poteri commissariali al prefetto Franco Gabrielli né della costituzione del cosiddetto «Dream Team». Idea che, però, Renzi non ha mollato del tutto: «Metteremo a disposizione del commissario prefettizio, del prefetto e di tutte le autorità competenti, le persone e le risorse perché l’evento funzioni e funzioni bene nelle forme che saranno concordate con i diretti interessati». Ma, per il momento, i vari Marco Rettighieri (Trasporti), Giovanni Malagò (Sport e grandi eventi), Carlo Fuortes (Cultura) restano in stand by . Mentre Gabrielli rimane «coordinatore istituzionale» e, ovviamente, come prefetto di Roma responsabile della sicurezza cittadina. L’ex capo della Protezione civile, rispetto alla «diarchia» con Tronca, se la cava con una battuta: «Io e lui gemelli? Bè, lui è un superiore…». Che qualcosa sia cambiato, nei rapporti con Palazzo Chigi, era chiaro già da qualche settimana. Chi ha preso malissimo lo stanziamento dei soldi per il Giubileo è l’ex sindaco Ignazio Marino, che ha diffuso un post al vetriolo: «Renzi continua a mentire, mi ha eliminato per gestire direttamente i 200 milioni».
E qualche preoccupazione, più per i tempi, c’è in Vaticano. In mattinata, monsignor Rino Fisichella ha «punzecchiato» Gabrielli: «Spero che Roma sia pronta per Pasqua, che è a marzo». Pronta la replica: «L’8 dicembre viene prima. Dobbiamo essere prontissimi ».
Ernesto Menicucci – 14 novembre 2015