Il Mattino di Padova. Il ruolo delle varianti nel passato («Non inattese ma dall’andamento imprevedibile») e, per quanto possibile, negli scenari futuri. È stato questo il cuore della prima giornata di audizioni della commissione di inchiesta del Consiglio regionale sulla gestione della pandemia, con l’ascolto della direttrice dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie Antonia Ricci e della responsabile del Dipartimento del prevenzione del Veneto, Francesca Russo. Tanti gli argomenti affrontati. Si diceva, le mutazioni: «I virus delle due ondate sono completamente diversi. Tra ottobre 2020 e aprile 2021 ci siamo trovati di fronte a un virus più contagioso e aggressivo», ha affermato Ricci, dando voce ad una convinzione che, in termini generali, è ormai patrimonio comune.
Non lo è, invece, indagandone il reale significato: «Ci sono moltissimi lavori che si interrogano sul ruolo delle tante mutazioni, ma sono pochi i dati certi. Siamo ancora in piena pandemia ed è ancora troppo presto. Per capirne i meccanismi saranno necessari anni». Replica la presidente della commissione Francesca Zottis (Pd): «È fondamentale comprendere questo aspetto per capire come agire sul sistema di tracciamento e contenere il virus e cosa sia successo». Il tema del tracciamento richiama le due app pensate per il contact tracing: Immuni – dallo scandalo della mancata attivazione al flop – e Zero Covid, presentata in pompa magna da Luca Zaia ma, a sua volta, mai attivata: «Per questo è stata anche fatta una legge su indicazione del Garante, ma la legge non andava bene. Pur essendo pronta, l’app non è stata usata», risponde Russo, riferendosi al programma della Regione. Ribatte Ostanel (VcV): «Non è una risposta all’altezza di chi dirige un dipartimento così strategico per la prevenzione della pandemia».
Tra i temi toccati, anche l’inferiore attendibilità dei tamponi rapidi rispetto ai molecolari. «La sensibilità dei test rapidi va dal 70% in su, ma ci sono studi che esibiscono gli stessi valori per i molecolari. Molto è influenzato anche dalla manualità della persona che esegue il test», sostiene Russo. 11 tema, in ogni caso, è fondamentalmente un altro: è il futuro. Ed è un futuro che si intreccia con il ruolo che giocheranno le varianti. Per questo la parola d’ordine è sequenziare. La rete dei laboratori è ormai corposa: non c’è solo l’azienda ospedaliera di Padova, ma anche il laboratorio di microbiologia di Mestre. E, seppur con un ruolo più defilato, anche quelli di Treviso, Vicenza e Verona.
«È fondamentale che i laboratori si rendano più autonomi nel sequenziamento, la rete sta crescendo», spiega Ricci. Pd e MSS – per voce di Vanessa Camani ed Erika Baldin – rimarcano l’elevata mortalità della seconda ondata, la direttrice dello Zooprofilattico tratteggia un futuro tutt’altro che roseo: «I contagi aumenteranno, perché la variante indiana ha una contagiosità elevatissima e le regole di oggi sono molto deboli. La frenesia di questi ultimi giorni, legata alla vittoria degli Europei, e gli assembramenti porteranno sicuramente a un aumento notevole del numero dei positivi, nelle prossime settimane. 11 contagio correrà sulle gambe delle persone e dei tanti giovani non vaccinati».
Conclusione: «L’auspicio è che l’aumento delle positività non corrisponda la risalita dei ricoveri e dei decessi. Non vedremo le curve conosciute in passato, perché i vaccini avranno un effetto importantissimo, essendo questi assolutamente protettivi rispetto alla malattia grave e alla morte. Sicuramente il contagio degli over 55 non vaccinati avrà un impatto importante sulle ospedalizzazioni»
Il