Allarme dei produttori di mangimi per il boom dei prezzi delle materie prime per l’alimentazione degli animali. «La gravità della situazione – sostiene Assalzoo, associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici – rischia di innescare un processo inflazionistico su tutta la catena agroalimentare, già fortemente provata dal calo dei consumi determinato dalla crisi economica».
Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gli aumenti più preoccupanti si registrano per il girasole (+76,7%) e farina di soia (+72%). Ma importanti incrementi si rilevano anche nei prezzi dell’erba medica (+29,6%), farina glutinata (+26,3%), grano tenero (+24,5%) e farina di pesce (+23,7%). Aumenti anche per mais (+14,5%), germe di mais (+13,5%), orzo (+11,7%) e crusca (+10%). «La situazione – aggiunge l’industria – appare ancor più preoccupante tenuto conto che si tratta di un trend in atto dalla metà del 2010, che ha portato in questi ultimi due anni addirittura al raddoppio del prezzo dei cereali. E le previsioni per il medio periodo non lasciano trasparire nulla di buono. Alla forte volatilità dei mercati fa seguito, infatti, la notizia di un raccolto di mais nazionale inferiore di oltre il 20%, rispetto alla produzione dello scorso anno». Insomma, «una situazione gravissima» che rischia, secondo i produttori, di causare ulteriori forti rialzi delle materie prime fondamentali per l’alimentazione animale, ma che determina anche gravi difficoltà di approvvigionamento per la produzione di mangimi in quantità sufficiente a soddisfare la richiesta della zootecnia italiana, con ulteriori gravi ripercussioni non solo sugli allevamenti, ma su tutta la filiera e quindi sui consumatori finali. Una situazione difficile su cui concorda anche il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania. In risposta a una lettera del presidente di Assalzoo, Alberto Allodi (si veda «Agrisole» n. 37/2012) il ministro conferma le difficoltà del settore zootecnico «penalizzato dal preoccupante andamento dei mercati delle materie prime» che rischia di mettere in crisi paesi come l’Italia che adottano un sistema di allevamento intensivo. Per questo il ministro ha assicurato un costante «monitoraggio del mercato e dei prezzi anche attraverso il forum di alto livello istituito presso la Fao», nonché annunciato di aver preso contatti con la Commissione europea e gli altri Stati membri «al fine di poter intervenire in modo quanto più rapido possibile laddove se ne verificasse l’esigenza». Magari con aiuti diretti agli allevatori, come ha proposto al consiglio Ue della scorsa settimana. A sollecitare l’azione del ministro a Bruxelles è stato lo stesso Allodi anche con la richiesta «di un azzeramento dei dazi all’importazione delle materie prime destinate ai mangimi». Dazi che per l’orzo e il grano tenero sono pari rispettivamente a 93 euro e a 95 euro per tonnellata, mentre per la crusca sono di 30,50 euro per tonnellata. «Si tratta di misure necessarie – ha sostenuto Allodi – anche perché le quote di importazione a dazio ridotto per questi cereali, previste a livello comunitario, sono di fatto insufficienti e pressoché già esaurite».
fonte:Agrisole – 5/10/2012