di Roberto La Pira – Il Fatto alimentare – A distanza di 20 giorni dall’allerta diossina nazionale, annunciata dal Ministero della salute per l’arrivo di 26 mila tonnellate di mais contaminato proveniente dall’Ucraina, il 10 luglio l’ufficio stampa ha diffuso un comunicato per dire che la situazione di crisi è rientrata. Il Fatto Alimentare ha anticipato la notizia prendendo spunto dalla lettera che lo stesso Ministero aveva inviato a 15 associazioni di produttori il 4 luglio.
Trattandosi di un’allerta alimentare è lecito chiedersi come mai il Ministero all’inizio di questa storia abbia aspettato 9 giorni per annunciare il ritiro del mais a livello nazionale (le date sono riassunte in fondo all’articolo). È lecito chiedersi perché, dopo avere realizzato 12 analisi per un secondo controllo sulla medesima partita, Roma abbia aspettato 7 giorni per comunicare l’esito. Scoprire che nel corso di un’allerta alimentare durata un mese, sono stati bruciati 16 giorni in questo modo non è certo una buona notizia.
Secondo fonti accreditate, quando il 20 giugno è stata lanciata l’allerta (come abbiamo già detto 9 giorni dopo l’esito delle analisi) alcuni produttori avevano fatto notare al ministro che, nel corso di analisi condotte in autocontrollo, la quantità di diossina era inferiore ai limiti. Di fronte a questa situazione di incertezza il Ministero ha impiegato due settimane per fare 12 contro analisi che hanno confermato livelli di diossina nel mais entro la norma. Si tratta di tempi inaccettabili visto che bastano 48 ore per fare prelievo e analisi. In questo periodo sono stati bloccati allevamenti, mangimifici, aziende lattiero casearie e un esercito di veterinari in 12 regioni ha dovuto scandagliare questi posti. Ancora oggi nonostante l’esito delle analisi favorevole, 5 mila tonnellate di mais ucraino stoccato nei silos è ancora bloccato. Come giustifica il Ministero della salute l’evidente contraddizione tra le prime analisi positive che hanno provocato l’allerta e le 12 contro analisi che hanno evidenziato il contrario?
In questa storia emerge in modo sin troppo evidente come le strutture di allerta regionale siano lasciate sole quando occorre fare una valutazione del rischio prima di prendere decisioni gravi. Questa situazione non fornisce elementi di sicurezza ai consumatori che vengono sottoposti a inutili annunci di allerta e lede i produttori che vengono danneggiati. A fronte di questo silenzio stampa che caratterizza il comportamento del Ministero nei casi di allerta alimentare, le autorità accusano alcuni giornali di avere usato toni allarmistici per raccontare la crisi della diossina. Si tratta di una critica fuori luogo, perché le notizie allarmistiche sono il più delle volte una conseguenza inevitabile quando mancano comunicati ufficiali e quando i responsabili della comunicazione aspettano senza motivo giorni e settimane prima di informare i consumatori.
Roberto La Pira
Per rendersi conto delle evidenti lacune sul piano delle informazioni, ecco la cronistoria dell’allerta diossina nel mais.
6 marzo 2014 – Al porto di Ravenna arrivano dall’ucraina 26 mila tonnellate di mais destinato a mangimifici che sfuggono al controllo dei PIF
15 maggio 2014 – L’Asl di Ravenna preleva campioni di mangime confezionato con il mais Ucraino e li manda in laboratorio
11 giugno 2014 – L’Asl di Ravenna riscontra quantità elevate di diossina 3-4 volte superiori ai limiti e informa il Ministero della salute che invia la comunicazione al sistema di allerta europeo Rasff e subito scatta l’allerta anche in Italia. Le regioni coinvolte sono 14, gli allevamenti migliaia
20 giugno 2014 – Il Ministero della salute pubblica un comunicato di poche righe per informare i cittadini
20 giugno 2014 – Il Ministero diffonde in modo riservato un piano di azione a 16 associazioni di categoria e alle Regioni in cui descrive come intende procedere (12 analisi sul mais e poi 150 analisi sul cibo potenzialmente contaminato)
27 giugno 2014 – In Valle D’Aosta vengono ritirati quattro lotti di mangime per polli del mangimificio Agricenter di Colle Carlo
30 giugno 2014 – A Rovigo vengono ritirati otto lotti di mangime per polli destinati a allevamenti rurali familiari del mangimificio Mignini & Petrini
30 giugno 2014 – Si rincorrono voci su un imminente comunicato del Ministero della salute che non arriva
2 luglio 2014 – Le analisi sul mais sono concluse e vengono inviate al Ministero della salute, ma i risultati sono top secret
10 luglio 2014 – Il Ministero della salute annuncia la fine della crisi della diossina
Il Fatto alimentare.it – 15 luglio 2014