Con la deliberazione n.200 del 24 febbraio 2021, pubblicata su Bur n.33 del 5 marzo, la Giunta regionale ha ridefinito gli ambiti delle zone di produzione, raccolta e stabulazione dei molluschi bivalvi destinati all’immissione in commercio in ambito marino, provvedendo alla riclassificazione, per il triennio 2018-2020. Infine ha definito la classificazione a stato “iniziale” dell’Ambito 13L002, attualmente non classificato, con relativa modifica della DGR n. 475/2019.
Presentato dall’assessore regionale alla pesca Cristiano Corazzari come una importante semplificazione, il nuovo procedimento amministrativo prevede la realizzazione di ambiti di laguna e mare dal Friuli al Veneto (18 a Rovigo, 8 a Venezia e 10 in Friuli Venezia Giulia), in cui sarà poi l’Ulss di riferimento a individuare quale allevamento, in un dato ambito, è più a rischio di tossicità e quindi candidato per prelevare un campione.
L’innovazione procedurale “ha come scopo principale – ha detto Corazzari – quello di conciliare l’esigenza di una maggiore velocità dei controlli sanitari e la loro efficacia, considerata la capacità operativa dei laboratori di analisi dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie”.
“Se fino a ieri – ha spiegato l’Assessore – venivano effettuati controlli “a tappeto” su tutti gli allevamenti di molluschi da parte dei Servizi Veterinari delle Ulss venete e dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, da oggi si cambia totalmente registro semplificando notevolmente la procedura, che prevede, sempre nel rispetto della sicurezza, di effettuare i controlli sanitari su un campione di un allevamento per “ambito omogeneo” individuato”.
“E’ un segnale forte, – ha concluso l’Assessore Corazzari – dal punto di vista economico, rivolto anche e soprattutto al comparto ittico che da tempo chiedeva la riduzione dei giorni di attesa del controllo per essere competitivi sul mercato rispetto alle imprese residenti in altre regioni”.
Il Veneto è una delle regioni italiane in cui è più diffusa la raccolta e la commercializzazione dei molluschi bivalvi vivi. Il mondo della pesca, in Veneto, conta oltre 3000 imprese con oltre 7000 dipendenti, dove circa 1700 sono ubicate nell’area del Polesine e circa 700 nell’area clodiense. In Veneto si stima un fatturato annuo di circa 98 milioni di euro.
La nuova delibera
Ma venendo alla delibera, per quanto attiene alle zone di produzione, va ricordato che la Giunta Regionale a suo tempo, con Deliberazione n. 2432 dell’1/08/2006, aveva, tra l’altro, stabilito la ripartizione delle acque lagunari e marine in poligoni, denominati “ambiti di monitoraggio”, in ciascuno dei quali sono classificate le specie di molluschi in esse presenti, sia come banchi naturali, sia in forma di allevamenti, gestite da imprese. Ciascun ambito è identificato, convenzionalmente, da codifica alfanumerica, con numerazione progressiva per Azienda ULSS di competenza. Il provvedimento deliberativo forniva, altresì, la rappresentazione cartografica della loro delimitazione geografica, mantenuta costantemente aggiornata.
“Nel corso degli anni si è manifestata la necessità di una nuova definizione dei citati ambiti, soprattutto di quelli marini – si legge nella nuova delibera -. In tal senso si sono espresse anche le rappresentanze delle categorie professionali coinvolte, le cui istanze sono state oggetto di una approfondita disamina tra i rappresentanti dei Servizi Veterinari locali e regionali, nonché dell’IZS delle Venezie”.
“Premesso quanto precede, si è ritenuto opportuno modificare gli ambiti a mare allo scopo, da un lato, di assecondare le esigenze del mondo produttivo, dall’altro di razionalizzare i controlli eseguiti dai Servizi Veterinari Territoriali tenuto conto che, sulla base dello storico dei controlli eseguiti, agli atti della U.O. Veterinaria e Sicurezza Alimentare, non sono stati individuati rischi per il consumatore connessi con la definizione dei nuovi ambiti in argomento. Le mappe e le coordinate geografiche che identificano i nuovi ambiti sono riportate nell’Allegato A al provvedimento”.
Continua la delibera: “In ragione delle modifiche degli ambiti proposte, considerato che le attività di monitoraggio delle zone classificate di produzione e stabulazione attraverso l’esecuzione dei controlli ufficiali da parte delle Autorità Competenti Locali (ACL) devono essere conformi a quanto prescritto negli artt. 57, 58, 59, 60 e segg. del Reg. (UE) 2017/627, le ACL assicureranno quanto previsto dalla normativa europea citata con riferimento anche alla individuazione dei punti fissi di campionamento”.
“Riguardo, poi, ai requisiti che devono essere propri dei MBV destinati all’immissione in commercio, va ricordato che il Regolamento (UE) di Esecuzione n. 2019/627 ha riproposto quanto già disposto dal Reg. (CE) 854/2004 e dal Reg. (UE) 2017/625. In particolare i MBV destinati all’immissione sul mercato devono essere raccolti da zone classificate sotto il profilo sanitario dall’Autorità competente, che delimita anche i confini delle zone stesse”.
Sulla base delle attività di controllo eseguite nel triennio 2018-2020 dai Servizi Veterinari Territoriali, le cui relazioni sono agli atti della U.O. Veterinaria e Sicurezza Alimentare, si è proceduto alla riclassificazione degli ambiti lagunari e alla classificazione dei nuovi ambiti in tre categorie e l’Allegato B provvedimento, parte integrante dello stesso, riporta la nuova classificazione.
Deliberazione Giunta Regionale n.200 del 24 febbraio 2021