Una frase pronunciata dal governatore del Veneto Luca Zaia durante l’inaugurazione del Centro di Patologia Neonatale di Camposampiero ha messo in allarme sindaci e operatori dell’Usl 15. «Il nuovo progetto di legge regionale 23 apre al ridisegno dei confini delle Asl» ha specificato Zaia. «Vogliono uscire da un’Usl del Padovano e andare in una del Bassanese? Lo si può fare se il comune interessato è al confine».
All’affermazione di Zaia è partito subito il tam tam: che abbia alluso a Cittadella? «Tutti lo hanno pensato» afferma il sindaco di Camposampiero Katia Maccarrone «ma una richiesta ufficiale non è ancora arrivata. E non saprei dire con che tempi la Regione riuscirà a chiudere il progetto di legge 23. La frase che ha pronunciato Zaia ha fatto pensare tutti. Alla fine quello che preoccupa è l’incertezza che regna, non avere la chiarezza delle prospettive e questo crea disorientamento e preoccupazione. Abbiamo anche un’altra preoccupazione, Zaia ha detto che la sanità si valuta dai bilanci e la nostra Usl è in attivo e non di poco, invece altre con le quali ci accorpano sono in passivo».
Maccarrone non lo dice: forse che l’ipotesi di una possibile “fuga” di Cittadella sia legato proprio a questioni economiche? Alessandro Bolis, sindaco di Carmignano di Brenta e presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 15 auspica l’esatto contrario. «Sono caduto dalle nuvole nel sentirlo, sono novità che non conoscevamo ma non permetteremo di smantellare la nostra Usl» dichiara Bolis. «Quello che vedrei interessante è che l’Ulss 15 si stacchi dall’attuale aggregazione e accorpi Bassano per formare l’Usl della Pedemontana. Perché è l’Ulss 15 un modello da adottare». Bolis pone intanto una domanda: «Ma resisterà Bassano?» alludendo al fatto che è in deroga. Scettico sulla riforma il consigliere regionale del Partito Democratico Claudio Sinigaglia: «Se Cittadella andrà con Bassano e formerà con Castelfranco una nuova Usl entrerà subito in forte concorrenza avendo di fronte doppioni con qualità migliori. Il fatto è che quando si accentra tanto si va a rischio che l’estrema periferia, com’è diventata Cittadella, non abbia più l’attenzione e quindi cerca altre soluzioni».
Il Mattino di Padova – 20 aprile 2016