Si è sbloccata la vertenza tra Regione e medici di famiglia a proposito degli ambulatori aperti ventiquattr’ore su ventiquattro, perno della riforma dell’assistenza territoriale ma «congelati» dal braccio di ferro iniziato il 3 ottobre, dopo l’approvazione da parte della giunta Zaia della delibera sul contratto di esercizio privo del finanziamento dell’operazione.
Copertura economica ritenuta fondamentale dai camici bianchi, che la stimano in 200 milioni di euro, per dotare di personale e attrezzature le 164 «Medicine di gruppo» previste in Veneto (tre per almeno ciascuno dei 53 Distretti) e destinate a riunire dottori di base, specialisti, Guardie mediche e infermieri.
Da qui, dal braccio di ferro, era partita la denuncia al tribunale del Lavoro per azione antisindacale depositata dalla Fimmg, sindacato di categoria, contro il governatore Luca Zaia e il segretario di giunta Mario Caramel perché nella delibera recante il contratto d’esercizio era riportata l’approvazione della stessa sigla, però mai accordata. Al punto che, per dare ulteriore forza alla protesta, il sindacato aveva ritirato i propri delegati dai comitati d’azienda delle Usl, fermando così la programmazione sanitaria territoriale.
Ieri, in tarda serata, la svolta: Palazzo Balbi ha accettato di convocare il Comitato regionale della medicina generale e nello stesso tempo di nominare la commissione tecnica contemplata dall’accordo firmato dalle parti lo scorso maggio per tracciare il percorso di apertura degli ambulatori h24.
La commissione, che comprende quattro componenti scelti dal segretario della Sanità, Domenico Mantoan, e da altrettanti rappresentanti dei dottori di famiglia (di Fimmg, Intesa sindacale, Snami e Smi), si riunirà martedì per preparare un documento migliorativo del contratto di esercizio, che comprenda cioè la copertura finanziaria.
Il testo sarà presentato il 22 del mese al Comitato della medicina generale e se sarà approvato passerà al vaglio della commissione Sanità e poi della giunta, per il via libera definitivo. Nel frattempo la Fimmg sospende ogni forma di protesta, a parte la denuncia al Tribunale del lavoro, che ormai va avanti con l’udienza fissata per il 23 gennaio. «E’ un’apertura importante — commenta il segretario Silvio Regis — l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, e Mantoan si sono resi conto che irrigidirsi ognuno sulle proprie posizioni sarebbe andato a scapito dei cittadini. Si correva il rischio di erogare un’assistenza di serie A dove gli ambulatori h24 ci sono già (ne sono partiti una decina, ndr), attivati dai colleghi a loro spese, e di serie B ai residenti in zone ancora sprovviste. La Regione ci ha assicurato di avere i fondi almeno per ripartire da dove ci eravamo interrotti. Poi, man mano, troverà quelli necessari per proseguire. Parte del personale degli ambulatori verrà inoltre recuperato dalla riorganizzazione ospedaliera varata dalle schede. E’ il ritorno del buonsenso, siamo soddisfatti».
«Partiamo con i venticinque milioni deliberati, otto dei quali già in cassa — spiega Coletto — e poi, strada facendo, finanzieremo step per step. Ogni passaggio sarà definito dalla commissione tecnica, secondo un progetto strutturato e controllato che porterà ad un’assistenza omogenea in tutto il Veneto. Niente macchie di leopardo o fughe in avanti, si viaggia tutti insieme, anche per trainare quei direttori generali delle Usl non ancora convinti. Andiamo avanti per il bene della salute dei cittadini».
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 11 gennaio 2014