La trasparenza non è il piatto forte degli uffici pubblici. Anche ai tempi di internet. La percentuale degli enti che pubblicano sul loro sito – come prevede la legge 150/2009 – le retribuzioni dei politici che li amministrano non arriva allo per cento.
Stesso discorso per i dati sui bilanci: la maggior parte delle pubbliche amministrazioni li tiene nascosti. Va meglio per le informazioni sugli appalti: è in regola il 68% degli enti. Sono i risultati di un monitoraggio avviato dal ministero della Pubblica amministrazione su 8.900 enti. Ed è anche per questa persistente opacità degli uffici pubblici – nonostante la legge sulla trasparenza amministrativa sia de11990 – che i ricorsi alla Commissione per l’accesso nel 2011 sono aumentati del 16 per cento.
Volete sapere quanto guadagna il vostro sindaco o il suo capo di gabinetto? Impossibile se abitate in Molise o in Trentino Alto Adige; fattibile, ma con un po’ di fortuna, in Piemonte. Nel resto d’Italia la navigazione sui siti pubblici alla ricerca di questa informazione – obbligatoria in base al Dlgs 150/2009 – come di quelle sui bilanci o sulle retribuzioni dei dirigenti pubblici è, spesso, impresa vana. Tolto il Piemonte, appunto, dove oltre i135% dei siti ha messo in rete le informazioni sulle retribuzioni dei politici, in tutte le altre Regioni la percentuale di enti adempienti non arriva allo per cento. Con il Molise che, appunto, brilla per un black out totale: neanche uno dei 135 siti monitorati contiene un barlume di informazione sugli stipendi dei politici. Un dato che tutti – cittadini e amministrazioni – possono verificare in tempo reale con il servizio «Bussola della trasparenza» messo in rete dalla Funzione pubblica (www.magellanopa.it/bussola). I risultati sono, spesso, sconfortanti: nonostante dal 2009 il decreto abbia previsto a carico delle pubbliche amministrazioni la nascita della sezione «Trasparenza, valutazione e merito» con una serie di contenuti obbligatori (dai semplici nomi e telefoni dei responsabili ai dati più «sensibili» quali, appunto, gli emolumenti degli organi di vertice) a fine 2ou sono ancora la maggioranza quelle che «dimenticano» di far conoscere queste informazioni. Prendiamo ad esempio i bilanci, che dovrebbero essere messi online per dare a ogni cittadino l’elementare possibilità di verificare entrate e uscite di un’amministrazione. Ebbene, secondo l’ultimo censimento della Bussola, datato 20 dicembre, sono solo 1.620 su 8.309 (il 19%) le Pa in regola. Anche qui il podio va al Piemonte (36,98% di adempimenti) mentre l’«insospettabile» Trentino si ferma al 4,84% di promossi. Va meglio per i dati meno «scottanti», quelli relativi alle informazioni su eventi, funzionamento dell’istituzione, servizi offerti: la percentuale di adempimento, su scala nazionale, in questo caso è la più alta (83,9%). Appena sotto – al68%-la sezione dell’Albo pretorio online. In pratica, oggi due amministrazioni su tre offrono a imprese e fornitori la possibilità di monitorare online i bandi di gara. «La Bussola è nata come uno strumento intuitivo – spiega Antonio Naddeo, capo dipartimento della Funzione pubblica -. Con un click ognuno può verificare come si comporta un ministero, una Asl o il proprio comune e metterlo a confronto, ad esempio, con il comune limitrofo». Tra gli enti censiti – per ora 8.90o, ma a regime saranno 2omila – è già scattata una sorta di sana competizione dalla partenza, a maggio. «Molti, dopo essersi visti nelle posizioni basse di classifica, hanno arricchito il sito e ora sono saliti», spiega Davide D’Amico, il tecnico che segue la Bussola per la Presidenza del consiglio. Funziona, insomma, l’effetto pungolo: tanto che è persino nato un gruppo su Facebook, «Trasparenza siti web pubblica amministrazione», con i funzionari pubblici che postano compiaciuti i miglioramenti di performance . Ma come funziona, in concreto la Bussola? Ogni mese un software analizza i siti e verifica in modo automatico, cioè senza entrare nel dettaglio dei contenuti, il rispetto dei 42 parametri obbligatori di trasparenza, indicati dalle linee guida. In questo modo si hanno in tempo reale confronti, analisi e classifiche, divise per ente. Ma sul piano dei contenuti è impossibile scendere. Aggiunge D’Amico: «Il software controlla solo che esista l’indicatore obbligatorio, non può certo leggere i documenti e valutarnei contenuti». E cosìbasta che una Asl pubblichi sotto la voce «Retribuzioni» lo stipendio anche di un solo dirigente da risultare formalmente in regola. Eppure, neanche così, con un controllo solo formale, le amministrazioni italiane riescono a risultare trasparenti al 10o per cento.
Nuovi obblighi. Le classifiche sul web
Da domani gli obblighi di trasparenza per le amministrazioni pubbliche saliranno da 42 a 43. Vanno online anche i pagamenti ai privati. Devono essere indicati quelli sopra i mille euro, erogati a qualsiasi titolo: appalti, concessioni, consulenze e sovvenzioni varie. Lo prevede l’articolo 18 del Dl 83/2012. Un obbligo passato in sordina, ma che sta allarmando molti uffici. L’attuazione, infatti, risulta difficile soprattutto per i grandi centri di spesa. Come il ministero delle Infrastrutture, che affida appalti anche tramite i provveditorati regionali: in che modo e con quale ritmo questi ultimi dovranno far confluire alla sede romana i dati sui propri pagamenti? La mancata pubblicazione del pagamento «costituisce condizione legale di efficacia del titolo». In altre parole senza la comunicazione online, non si paga. E i funzionari inadempienti ne rispondono anche dal punto di vista patrimoniale e contabile. Il Governo avrebbe dovuto varare entro oggi un regolamento con le istruzioni, ma non l’ha fatto. Il rischio è che a farne le spese siano le imprese, che, per via delle incertezze, potrebbero subire ulteriori ritardi nei pagamenti. E poco consola l’entrata in vigore, in contemporanea, delle regole sui ritardi che, comunque, fanno scattare gli interessi di mora in modo automatico.
LE REGIONI Graduatoria in base alla percentuale di aderenza del sito istituzionale ai contenuti minimi e il numero di indicatori soddisfatti sul totale
LO STIPENDIO DEI POLITICI Graduatoria in base alla % di adempimento dei siti per gli obblighi di trasparenza per le retribuzioni dei politici, divisa per localizzazione
I MINISTERI Graduatoria in base alla %di aderenza dei siti dei ministeri ai contenuti minimi e il numero di indicatori soddisfatti sul totale di 42
I BANDI DI GARA ONLINE Graduatoria in base alla % di trasparenza sulla pubblicazione online dei bandi, divisa per localizzazione dei siti
Il Sole 24 ore – 31 dicembre 2012