La Regione Veneto ha recepito il piano ministeriale per il controllo di diossine e Pcb nelle anguille del lago di Garda. A cinque anni di distanza dalla prima ordinanza ministeriale, datata 17 maggio 2011 e voluta dall’allora sottosegretario alla salute, Francesca Martini, il Veneto ha recepito le modalità di controllo di queste sostanze tossico-nocive e cancerogene nei lunghi pesci lacustri.
Il 13 giugno del 2015 era scattata la quarta proroga consecutiva al divieto, tutt’ora vigente, di pescare, commerciare e consumare le anguille. Le conclusioni dell’Istituto zooprofilattico di Teramo non lasciavano dubbi: «Alla luce dei risultati ottenuti e, in particolare, degli elevati livelli di diossine e Pcb (policlorobifenili) rilevati, si suggerisce di mantenere in vigore le misure di gestione del rischio per la salute umana connesso al consumo di anguille contaminate provenienti dal lago di Garda». Di qui la ordinanza che proroga il divieto sulle anguille fino a giugno 2016. Ora la delibera della giunta veneta è andata a modificarne una precedente di fine 2014, anno in cui la Regione Veneto non aveva fatto alcun campionamento sulle anguille, a differenza della Lombardia e del Trentino. Il divieto del 2015, cioè, era scaturito solo grazie ai campionamenti effettuati dagli altri territori che si affacciano sul Garda. Il nuovo «Piano di monitoraggio per l’inverno 2015-2016» è stato elaborato dal Ministero della Salute. Scopo: fare un «rilievo complessivo dei livelli di contaminazione delle anguille del Garda per una valutazione della possibilità di utilizzo alimentare per l’uomo». In pratica, dal Ministero vogliono rivalutare cosa stia accadendo nei grassi pesci dei fondali gardesani per capire se si possa riprenderne il consumo. Insomma: così com’è congegnato il monitoraggio sembra voler capire se c’è reale pericolo per il consumo umano di anguille in base a quanto di questo pesce ciascun individuo può mangiare, non solo in base a quanto il pesce è inquinato. I campioni di anguille dovranno essere pescati entro la fine di febbraio e inviati all’Izs individuato dal Ministero.
L’Arena – 29 febbraio 2016