Anguille Garda. La Provincia di Verona vieta la pesca, ma Trento e Brescia non seguono l’esempio

L’esponente scaligera del Carroccio infatti, il 21 giugno scorso aveva chiarito che «le competenze per decidere il blocco della pesca delle anguille contaminate è delle Province. Con l’ordinanza del 17 maggio, il ministero ha bloccato per 12 mesi il consumo e il commercio, spetta ora alle Province fare provvedimenti che sospendano la pesca».
Con una missiva ministeriale datata 23 giugno, la Martini invitava inoltre tutti gli assessori provinciali e regionali di Brescia, Trento e Verona, «per garantire la massima sicurezza dei consumatori», «…a valutare l’opportunità di promuovere idonee disposizioni che prevedano specifici divieti di pesca limitati alle anguille, come da vostra specifica competenza. Provvedimenti integrativi della ordinanza ministeriale a livello locale tenderebbero a diffondere maggiore consapevolezza anche per chi cede pescato occasionalmente», concludeva la lettera.
A Brescia, però, la pensano diversamente e con una lettera del 28 giugno l’assessore Sala ha risposto alla Martini. «Pur nella piena disponibilità a collaborare con il ministero… mi corre l’obbligo di evidenziare come, in capo a questo assessorato, non vi sia la competenza di istituire divieti di pesca per ragioni di sanità e salute pubblica in quanto la legislazione regionale, in materia di pesca e di tutela della fauna ittica (Legge Regionale numero 31 del 5 dicembre 2008), non affronta tale materia». Conclusione: «Resta inteso che, se la Regione Lombardia, dovesse fornire indicazioni che consentano a questo assessorato di assumere legittimamente tale provvedimento, questa Provincia procederà come la Regione vorrà indicare».
Insomma: a Brescia non sono convinti di poter emanare autonomamente una ordinanza o un decreto per bloccare la pesca delle anguille e attendono lumi dal Pirellone. Ciò crea, per ora, una situazione davvero strana, se non anche incredibile. È chiaro infatti che un provvedimento valido solo su una delle sponde lacustri rischia di alimentare ulteriori problemi per i controlli che le Ulss e la Polizia provinciale devono fare su quanto si trova nelle barche dei pescatori. Come può fare chi controlla a sapere se una anguilla sia stata pescata nel Garda veronese, dove la pesca da oggi è vietata, o nella sponda bresciana o trentina dove, per il momento, non lo è? E ancora: le anguille contaminate si trovano su tutto il Garda, che senso ha non vietarne la pesca in Lombardia o in Trentino?