Parte dell’antico mistero che avvolge la nascita del moderno cane occidentale e’ stata risolta da un team di ricercatori della Facolta’ di Medicina Veterinaria dell’Universita’ della California. Stando ai risultati dello studio, a spianare la strada all’evoluzione dei cani come li conosciamo oggi furono due fattori: l’agricoltura e la distanza dai lupi.
Diverse migliaia di anni dopo l’origine dei cani nel Medio Oriente e in Europa, molti di questi animali si mossero verso Sud grazie agli antichi agricoltori. Cio’ mise a distanza i cani dalle native popolazioni di lupi, facilitando lo sviluppo di un profilo genetico distinto. Un profilo genetico a se’, quello dei cani, che si rileva ancora nei cani attuali. La scoperta si basa sulle indagini effettuate sulle percentuali di presenza dei marcatori delle mutazioni genetiche nel cromosoma Y dei cani, in particolare del dingo australiano (Canis lupus dingo) apparso circa 4200 anni fa. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Molecular Biology and Evolution. I dati dello studio evidenziano che tra i 6.000 e i 9.000 anni fa – durante il Neolitico – gli antichi agricoltori portarono i cani a Sud del fiume Yangzte, che scorre da Ovest a Est dell’attuale Cina.
Mentre i cani di altre aree dell’Eurasia continuarono ad incrociarsi senza difficolta’ con i lupi, i cani migrati nel Sud-Est asiatico se ne sono distanziarono, riuscendo cosi’ a sviluppare una traiettoria evolutiva completamente differente.
Agi – 27 febbraio 2013