Orgiano (Vicenza). Cani da caccia in condizioni raccapriccianti e uccelli da richiamo costretti a stare in gabbie sporche. Ambienti venatori «segnalano» un «collega»
Cani da caccia impigliati ed aggrovigliati alle catene, con escoriazioni al collo e senza un riparo dal freddo, su un “tappeto di pantano acquitrinoso”, addirittura senza ciotola per cibo e acqua. Femmine con accanto i cuccioli partoriti da poco e morti all’addiaccio. Ed ancora uccelli da richiamo in una trentina di gabbie sporche e con le mangiatoie per metà ricolme di cibo raffermo e guano. In un ambiente malsano, senza finestre, e dall’aria irrespirabile, con venti centimetri di feci sul pavimento. E’ costato un pieno di denunce l’intervento di domenica delle guardie zoofile Enpa a casa di un cacciatore di Orgiano, nel basso vicentino. A muovere i volontari la segnalazione arrivata proprio da ambienti venatori che ha fatto scoprire una situazione descritta come “deleteria”, con cani da caccia, anche non registrati all’anagrafe canina, in condizioni“raccapriccianti”, così come per i volatili.
Circostanze queste che hanno fatto scattare nei confronti del padrone di casa dodici sanzioni amministrative, tre sequestri, tre denunce penali e due segnalazioni agli enti competenti. Tutto grazie alla segnalazione di alcuni colleghi del cacciatore. “Ritengo questo un segnale positivo rispetto ad una omertà che ha sempre caratterizzato i cacciatori – ha dichiarato Renzo Rizzi, portavoce del Coordinamento Protezionista Vicentino, che sui richiami ha aggiunto – detenere degli uccelli per tutta la loro vita in gabbie minuscole dove non possono nemmeno aprire le ali, è già una gratuita crudeltà. Lasciargli poi in queste condizioni è un atteggiamento che va condannato senza appello”. Stessa considerazione per le condizioni dei cani da caccia, segugi in particolare, allevati annualmente dai cacciatori. “Anche loro pagano un tributo pesantissimo” ha concluso Rizzi
«Bestie maltrattate? Macché»
La difesa del vicepresidente dell´associazione cacciatori finito sotto inchiesta per i suoi cani e per dei volatili. «Non passavo da quattro-cinque giorni perché pioveva e lì era tutto fango. Abrasioni al collo del cane? Niente di grave»
«Faceva freddo, pioveva. E c´era stata anche la neve. Per questo non sono andato dagli animali per quattro-cinque giorni, al massimo. E adesso se ne parla anche sul giornale. Che esagerazione». Tanto rumore per niente? A star dietro al ragionamento del cacciatore Franco Marini, 55 anni, il proprietario di cani e di uccelli da richiamo sotto inchiesta per maltrattamenti, è così. Ma la procura ha un´idea molto diversa dalla sua. Perché le guardie zoofile hanno trovato una situazione «raccapricciante» nel retro della fattoria di Pilastro di Orgiano. Sono state elevate 12 sanzioni amministrative e tre denunce penali. Le guardie hanno trovato anche un cucciolo di cane, nato da poco, morto perché la mamma aveva la catena talmente aggrovigliata da non potersi muovere senza impiccarsi.
Marini, a lungo guida dell´associazione “Cacciatori veneti” di Orgiano e oggi vice presidente, sapeva che la sua cagna era gravida e stava per partorire? «No, non lo sapevo», risponde mentre si trova nel cortile della scuola materna di Orgiano a spargere ghiaia. Lavora per il Comune dove svolge un impiego socialmente utile.
Possibile che un cacciatore esperto non sappia quando una cagna è gravida? «Sì, cioè, lo sapevo – ammette poi -. È che dovevano venirseli a prendere quei cuccioli (ma si riferisce a quelli già svezzati e non quelli appena nati, ndr). I cani che sono stati trovati dalle guardie non sono tutti miei. Quelli dell´Enpa si sono tanto scaldati perché non avevo messo il microchip. Adesso l´ho fatto. E a breve lì darò via».
Marini spiega che lui è proprietario solo di «tre-quattro cani» con cui va a caccia e che di solito va più spesso nel recinto. «Quel posto è un po´ lontano da casa mia – ammette -. Solo che le guardie sono capitate in un brutto momento: pioveva e non si poteva andare per il fango. Ma i miei cani li tratto bene. Ora li ho microchippati e ho messo dei bancali di legno a terra. La cagna legata? La catena l´avranno attorcigliata quelli dell´Enpa per scattare le foto. La ferita al collo? Niente di grave». Un brutto episodio, insomma, che Marini vuol dimenticare.
Il controllo delle guardie è scattato a seguito di una segnalazione anonima. In un comunicato la sintesi di ciò che hanno trovato: «In un box esterno una giovane femmina di setter rischiava l´impiccagnione tra la catena attorcigliata e gli spaghi di nailon che non le permettevano di sedersi e muovere la testa. Fame? Sete? L´unica ciotola era rovesciata. Altre due femmine erano bloccate nelle stesse condizioni. Una di queste era riuscita a partorire quattro cuccioli in quella posizione. Uno era morto». Le guardie hanno trovato altri sette cuccioli di qualche mese. Il cacciatore poi detiene anche uccelli da richiamo in un locale dove sono stati riscontrate «gravi situazioni di degrado».
Marini, ma i cacciatori tengono tutti così gli animali? «Io non rispondo per gli altri – dice – . Io so che i miei animali li tratto bene. Maltrattamenti? Che esagerazione».
Il Giornale di Vicenza – 23 marzo 2013