Nei dati diffusi il cinque dicembre scorso dalla Commissione Europea sul numero di animali utilizzati nella sperimentazione e velocemente ripresi anche in Italia, si evince la nuova direzione intrapresa dal settore che molto probabilmente permarrà anche con la Direttiva di settore del settembre 2010. La diminuzione dichiarata del 4,3%, riferita in realtà al 2008, è probabilmente da ricollegare, secondo la Eceae, alla crisi economica. Significativo un passaggio del rapporto che evidenzia: “poiché i costi di gestione dei modelli animali di maggiori dimensioni sono particolarmente elevati, se ne potrebbe dedurre che siano diventati insostenibili per alcuni laboratori“. Ad ogni modo, rispetto al 2008, ultimo anno di raffronto, sono stati sperimentati 519.501 animali in meno. Di questi ben 250.000 è costituito da ratti. Scarica il report
Aumentano nel complesso gli animali per la ricerca di base (dal 38% al 46 % per un totale di 715.519 animali) e dei topi geneticamente modificati che da soli determinano la maggiore aliquota riscontrata per l’uso degli stessi animali negli studi biologici di base (16,9 % di aumento pari a 3.602.370 animali)
Il rapporto della Commissione europea riguarda nel complesso i dati dei 27 paesi membri riferiti all’anno 2011, con la sola esclusione della Francia che riporta dati del 2010.
La Coalizione Europea contro la sperimentazione animale riporta in aggiunta i dati più significativi per singoli paesi. Gli incrementi maggiori sarebbero avvenuti in Irlanda (135% con 264.990 animali). Segue la Repubblica Ceca con il 18 % in più (354.196 animali). Stesso tasso dell’ Estonia dove però gli animali sono 41.035. Il 10% spetta invece alla Lettonia con 10.329 animali. Si tratta di paesi non storici della UE oppure a basso reddito. La sperimentazione animale, però, rimane saldamente ancorata nelle mani di francesi, tedeschi ed inglesi che da soli raggiungono un più che significativo 55% di animali utilizzati. Per l’ECEAE dovrebbero fornire loro la guida verso i metodi alternativi, ed invece continuano ad utilizzare protocolli obsoleti. Poco significativo, invece, l’apporto dato da Romania e Bulgaria.
Tra le diverse tipologie di animali spiccano i pesci, con un più 29% ( 1.397.462 animali), il 12 % in più di cavalli,asini e pony (6686 animali) ed il 75 % in più di carnivori come volpi, tassi , foche , lontre e puzzole (4982 animali). Aumentano anche i conigli con l’8 % in più (358.213 ). Diminuiscono i cani con meno 16% ed un numero pari a 17.896, gatti (3713 ed un meno 9%) suini (77280 ed un meno 17%) e primati non umani (6096 con un meno 36%).
Fonte Geapress – 15 dicembre 2013