«Fermiamo la mattanza degli agnellini»: riparte da piazza San Pietro la battaglia di Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, contro il consumo di carne.
E in particolare quella dei cuccioli di pecora, che vengono macellati quando pesano tra gli 8 e i 12 chili, a 30-40 giorni, spesso non ancora svezzati: «Si tratta di 750 mila esemplari all’anno, un terzo solo a Pasqua — denuncia Brambilla esibendo un agnello di zucchero politically correct —. Un massacro inutile, visto che la tradizione cristiana non richiede il sacrificio degli agnelli, di cui si parla solo nel Vecchio Testamento: anzi, tra le comunità cristiane più antiche, l’agnello era rappresentato sulle spalle del pastore e simboleggiava l’anima salvata da Cristo». Del resto, a dare lo spunto agli animalisti per la manifestazione davanti al Vaticano è stata proprio una frase di papa Francesco, in cui invitava al «rispetto di tutte le creature viventi» e «di tutto il Creato»: «Noi lo ringraziamo — spiega ancora l’ex ministro del Turismo — perché ci ricorda che il rito della macellazione degli agnellini è un rito cruento, non necessario nella nostra società». I cristiani dovrebbero diventare tutti vegetariani? «Se fossi papa Francesco lo renderei obbligatorio alla coscienza — ride Carla Rocchi, presidente dell’Enpa — ma per ora ci accontentiamo di leggi rispettose degli animali». Tre in particolare i disegni depositati in Parlamento dall’onorevole Brambilla. Il primo riguarda le regole per trasportare gli animali: viaggi non più lunghi di 8 ore, in spazi adeguati, e con rifornimenti di cibo e acqua. Il secondo punta all’eliminazione degli allevamenti intensivi, che penalizzano gli animali e danneggiano l’ambiente, producendo il 16% delle emissioni gas del pianeta. L’ultimo capitolo è sulla macellazione: sì allo stordimento prima della procedura, no all’uccisione di animali sotto i 6 mesi.
Corriere della Sera – 25 marzo 2012