Antibiotici disarmati. Troppi nei cibi e nell’ambiente. Svizzera, cala utilizzo in veterinaria ma situazione resistenze è critica
Le infezioni ospedaliere da batteri, virus o funghi sono diventate negli ultimi anni un bel fardello per tutti i paesi sviluppati. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention degli Usa, riguardano un paziente ricoverato in ospedale su venti e già dieci anni fa si contavano negli Usa 1,7 milioni persone colpite e 99.000 morti all’anno. In Italia, una recente ricerca del centro studi Sic (Sanità in cifre) di FederAnziani parla di 2.269.045 infezioni ospedaliere contratte nel triennio 2008-2010, per un totale di 22.691 decessi, e per un costo a carico del Servizio sanitario nazionale che oscilla tra i 4,8 e gli 11,1 miliardi di euro. Uno studio appena pubblicato su Science getta un po’ di luce sulla questione. Mentre dalla Svizzera arrivano dati che fanno riflettere: in calo l’utilizzo degli antibiotici veterinari, ma a preoccupare sono le cefalosporine di nuova generazione il cui uso continua ad aumentare.
Il fenomeno delle infezioni ospedaliere è strettamente legato a quello dello svilupparsi delle resistenze: le infezioni ospedaliere più frequenti sono causate proprio da batteri resistenti ai più comuni antibiotici. Capire come nascono questi ceppi resistenti sarebbe quindi un passo importante verso la soluzione del problema. Ora uno studio appena pubblicato su Science getta un po’ di luce sulla questione. Ricercatori della Washington University School of Medicine di St. Louis hanno infatti trovato che alcuni batteri presenti nel terreno condividono con i batteri che causano malattie nell’uomo un certo numero di geni responsabili proprio della resistenza agli antibiotici. In alcuni batteri del terreno i geni sono presenti in raggruppamenti che rendono il batterio stesso resistente a più classi di antibiotici inclusi penicillina, sulfonamidi e tetracicline. Sembra dunque che sia avvenuto uno scambio di geni tra questi due tipi di batteri. Se siano stati i batteri del suolo a fornire i geni ai batteri patogeni o il contrario non si sa ancora con certezza, ma è probabile che la prima ipotesi sia quella corretta. Il suolo sarebbe quindi il luogo in cui i batteri sviluppano le resistenze agli antibiotici con cui entrano in contatto e poi li trasferiscono ai batteri patogeni per l’essere umano. «Non dico che il suolo sia un serbatoio che brulica di geni della resistenza – ha detto Gautam Dantas, uno degli autori dello studio – ma se gli allevamenti industriali o il settore medico continuano a rilasciare antibiotici nell’ambiente, potrebbe diventarlo, rendendo i geni che conferiscono la resistenza più accessibili ai batteri patogeni».
MANCANO NUOVI FONDI L’ipotesi di Dantas sarebbe ancora più grave perché le industrie farmaceutiche non sembrano intenzionate a investire nella ricerca di nuovi antibiotici che vadano a sostituire quelli che non funzionano più contro i batteri resistenti. Secondo Allan Coukell del Pew Health Group (un ente no profit che si occupa di problemi medici), intervistato dal Washington Post su questo argomento, il problema è ben esemplificato da un dato: tra il 1945 e il 1968 le aziende farmaceutiche hanno inventato 13 nuove categorie di antibiotici, mentre tra il 1968 e oggi solo due. Il fatto è che mettere a punto nuovi antibiotici è una cosa maledettamente difficile da un punto di vista tecnico e, nello stesso tempo, non fa guadagnare quanto produrre altri farmaci. Se, ad esempio, un nuovo antibiotico può portare nelle casse del produttore un miliardo di dollari prima di uscire di produzione, un farmaco per le malattie cardiache ne porterà 10 volte di più. Per non parlare dei farmaci contro la depressione e le disfunzioni erettili che vanno presi quotidianamente per anni, probabilmente a vita, e non solo per pochi giorni come invece l’antibiotico.
GLI INCENTIVI Risultato: mentre fino a qualche anno fa appena si sviluppava una qualche resistenza agli antibiotici noti, l’industria farmaceutica progettava nuove molecole in grado di superare il problema, oggi non è più così. Qualcuno si sta accorgendo del problema e sta cercando di intervenire, magari ricorrendo a qualche incentivo: negli Stati Uniti è stata recentemente aggiunta una clausola a un documento della Fda, l’ente di controllo sui farmaci, secondo la quale si garantisce l’esclusiva sul mercato per 5 anni in più rispetto alla norma per le aziende che investono nella ricerca di nuovi antibiotici. Nello stesso tempo, però, la Fda è molto cauta nell’approvazione di questi farmaci dopo che nel 2007 ha dovuto rivedere le indicazioni per un antibiotico, il Ketek, che si era mostrato rischioso per la salute. Keith Haring extralarge Nella chiesa medioevale di San Francesco di Udine (fino al 15 febbraio 2013) saranno in mostra undici monumentali lavori di Keith Haring : la serie «The Ten Commandments» e il dipinto «The Marriage of Heaven and Hell» , quest’ultimo il più grande dipinto su tela mai realizzato da Haring.
L’Unita – 11 settembre 2012
Berna. Antibiotici in medicina veterinaria: calo delle vendite, ma situazione ancora critica per le resistenze
Nel 2011 la vendita degli antibiotici impiegati in medicina veterinaria è diminuita complessivamente del 5 % rispetto al 2010. Tuttavia, stanno insorgendo altri problemi, poiché le vendite di cefalosporine di nuova generazione continuano ad aumentare. Questo aumento desta preoccupazione in considerazione dello sviluppo delle resistenze a questi antibiotici ad ampio spettro.
Gli antibiotici sono medicinali indispensabili per combattere infezioni microbiche, sia in medicina umana sia in quella veterinaria. Tuttavia, il loro impiego può causare lo sviluppo di resistenze, che a loro volta possono compromettere o addirittura impedire il successo della terapia. Per questo motivo, dal 2006 il nostro Paese effettua un monitoraggio delle resistenze agli antibiotici negli animali da reddito e ne rileva i dati di vendita.
Sviluppo delle resistenze
Nel 2011, per la maggior parte dei batteri presi in esame, l’evoluzione delle resistenze è rimasta pressoché invariata rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda i Campylobacter isolati dai polli da ingrasso, nel 2011, come già rilevato in passato, il tasso di resistenze ai fluorochinoloni ha nuovamente registrato un aumento. Questa evoluzione desta preoccupazioni, poiché i fluorochinoloni appartengono alle classi di antibiotici più importanti, sia per la medicina veterinaria sia per quella umana.
La presenza di MRSA (Methicillin-resistente Staph. aureus) nei suini da ingrasso è rimasta costante rispetto all’anno precedente.
Per la prima volta, nel programma nazionale di monitoraggio delle resistenze è stata integrata la ricerca selettiva dei germi resistenti a tutte le penicilline e cefalosporine (i cosiddetti enterobatteri produttori di ESBL) nei polli da ingrasso, nei suini e nei bovini. Sono stati identificati E. coli nel 32,6% del pollame da ingrasso, nel 7,4 % dei suini e nell’8,6 % dei bovini. Al fine di valutare l’importanza di tali resistenze per la medicina umana, gli isolati interessati sono attualmente posti sotto esame.
Il rilevamento standardizzato dei dati sulle resistenze negli animali da macello sani fornisce un importante strumento per scegliere le misure necessarie a garantire la salute degli animali e la sicurezza alimentare in Svizzera, consentendo sia la sorveglianza delle resistenze sia un confronto con la situazione delle resistenze nell’essere umano e con la situazione vigente negli altri Paesi.
Volume delle vendite
Si può nuovamente osservare un calo della quantità totale venduta. Rispetto al 2010 si è registrata una diminuzione del 5,1 %, rispetto al 2008 addirittura del 14 %. Quantitativamente, gli antibiotici più venduti sono di nuovo i sulfamidici. Le penicilline si collocano per la prima volta al secondo posto, prima delle tetracicline. Nel 2011 la percentuale delle premiscele di medicamenti rispetto alla quantità totale è stata del 65 % ed è quindi rimasta nel medesimo ordine di grandezza degli anni precedenti.
Anche quest’anno si registra un continuo aumento, constatato già l’anno scorso, delle vendite di cefalosporine. L’aumento è particolarmente evidente per i preparati destinati al trattamento delle mastiti nelle bovine da latte: considerando gli ultimi 6 anni l’aumento è pari al 71 %.
Necessità d’intervento
Desta preoccupazione in tutto il mondo la diffusione dei germi multiresistenti, come i MRSA o gli enterobatteri produttori di ESBL, che sono stati rilevati anche nell’essere umano in quantità crescenti e che possono ormai essere debellati soltanto con pochi antibiotici di riserva. Occorre quindi provvedere affinché l’impiego di antibiotici in medicina veterinaria non comprometta la loro efficacia nella medicina umana e che al contempo sia ancora possibile il trattamento mirato degli animali con gli antibiotici tenendo conto del benessere di questi ultimi. L’UFV ha sancito tale obiettivo in un documento strategico e ha elaborato un piano di azione per i prossimi anni. Per maggiori informazioni: www.ufv.admin.ch
Rapporto svizzero sulle zoonosi 2011
All’inizio di settembre è stato pubblicato il Rapporto svizzero sulle zoonosi 2011, che fornisce informazioni sulla presenza e sulla diffusione di alcune fra le principali zoonosi (infezioni trasmissibili dall’animale all’uomo) e illustra l’importanza delle misure di sorveglianza e di lotta applicate in Svizzera, come ad esempio il monitoraggio delle resistenze agli antibiotici. Il rapporto (in tedesco, francese o inglese) può essere ordinato sul sito www.ufv.admin.
11 settembre 2012