A gennaio 2011, il 90% delle quote di mercato della grande distribuzione in Italia risultava detenuta da circa 18 operatori, di cui solo due con una quota superiore al 10%, e sei con una quota superiore al 5%.
È la conclusione dell’indagine conoscitiva dell’Antitrust sul settore della gdo. Secondo l’Autorità, la presenza degli operatori non è tuttavia uniformemente distribuita a livello nazionale. Le quote di vendita, infatti, per quanto contenute a livello nazionale, raggiungono in alcuni mercati locali valori piuttosto elevati, dando luogo a un grado di concentrazione anch’esso molto alto, che pesa sui rapporti di forza degli attori della filiera. Secondo l’indagine, è inoltre aumentata la presenza delle supercentrali d’acquisto, sette in tutto, che aggregano 21 catene, con una quota delle vendite nazionali complessive della gdo pari a quasi l’80%. Nate per rispondere alla pressione concorrenziale dei grandi gruppi internazionali, le grandi centrali d’acquisto, attraverso le quali le singole catene contrattano le condizioni con i fornitori, hanno subito, negli ultimi anni, trasformazioni che sollevano problemi concorrenziali. Prima fra tutte la variabilità della loro composizione, con operatori che entrano ed escono dalle diverse centrali. Ne deriva un aumento della trasparenza delle condizioni trattate con i fornitori, con una riduzione della pressione concorrenziale sui costi e una tendenza all’uniformazione delle condizioni spuntate da ciascuna supercentrale. Infine dall’indagine Antitrust emerge un quadro di rapporti conflittuali tra produttori e gdo relativamente ai contributi versati dai primi a fronte della prestazione di servizi espositivi, distributivi e promozionali: si tratta di una voce che in genere incide per circa il 40% sull’insieme delle condizioni economiche trattate.
ItaliaOggi – 13 agosto 2013