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Arpav, l’ex-Dg Drago ascoltato dalla commissione d’inchiesta

Nuova puntata della telenovela Arpav, alla scoperta dei misteri del buco di bilancio. Ieri la giornata è stata dedicata all’audizione dell’ex direttore generale Andrea Drago, avvocato di origini aennine

Da tempo Drago è sotto i riflettori per la sua gestione dell’Agenzia, per cui nel 2009 fu indagato senza tuttavia essere mai ascoltato in sede giudiziaria malgrado le richieste avanzate dai suoi stessi legali. La commissione d’inchiesta presieduta da Piero Ruzzante (Pd) ha chiesto conto, in particolare, di tre operazioni a partire dal discusso acquisto del battello oceanografico, costato all’Agenzia quasi 1,5 milioni e la cui acquisizione è stata bloccata in extremis dall’attuale direttore generale Chicco Pepe per carenze tecniche riscontrate in sede di collaudo. Ancora, sotto la lente d’ingrandimento, la lievitazione dei costi per la sede di Treviso e il mancato e controverso acquisto della nuova sede regionale a Padova dopo che questa era stata individuata da una commissione tecnica costituita per verificare gli esiti della ricerca di mercato. Questione che, come detto, era culminata con un esposto in Procura. Dal canto suo l’ex direttore generale ha spiegato le strategie che hanno condotto a queste scelte. Già in passato, chiamato in causa in più occasioni, Drago aveva spiegato come i bilanci della sua gestione fossero sempre stati chiusi in attivo e che i problemi dell’Agenzia erano semmai riconducibili al repentino taglio delle risorse da parte della Regione. Passate nel giro di poco tempo da 60 milioni a 49.

La Nuova Venezia – 2 giugno 2012

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