Nonostante la drastica cura lacrime e sangue imposta dal direttore Carlo Emanuele Pepe, Arpav (l’agenzia regionale per l’ambiente) continua a navigare tra numeri tempestosi. Lo ha rivelato lo stesso Pepe ieri, a margine della firma di un accordo con il consiglio regionale: «Nonostante la spending review, avviata in agenzia molto prima di quella imposta a livello nazionale, anche quest’anno ci aspetta un percorso in salita».
Il bilancio 2013 di Arpav, anche a causa dei ritardi nell’approvazione della manovra della Regione, non sarà licenziato prima di aprile (fino ad allora, come nelle altre strutture della galassia Palazzo Balbi, gli uffici opereranno in esercizio provvisorio, con stanziamenti mese per mese) ma Pepe ha anticipato che il rosso si attesterà tra i 38 e i 40 milioni di euro, per la quasi totalità ascrivibili al debito monstre accumulato negli anni scorsi: «La speranza – ha commentato il direttore – è che un lavoro ancor più serrato con la Regione, con cui siamo in dialogo continuo ponendoci in obbedienza assoluta, possa portare non solo ad un ulteriore contenimento dei costi, ma anche all’individuazione di un modo per ripianare i debiti». Anche perché continua il braccio di ferro con il segretario della Sanità Domenico Mantoan, restio all’idea di contribuire al ripiano del disavanzo dell’agenzia per l’ambiente con i soldi del bilancio sociosanitario, già messo a dura prova dai tagli imposti dal governo (la sanità è tenuta a garantire un finanziamento annuo di 49 milioni di euro, cui si aggiunge un extra una tantum di 15 milioni a copertura proprio del debito straordinario; soldi non ancora erogati).
«Purtroppo – ha proseguito Pepe – non ci aiuta la situazione del mercato immobiliare. Abbiamo messo in vendita sedi non utilizzate, due a Treviso, quella di Belluno comprata a luglio ed una a Vicenza, cui si aggiungono un appartamento a Verona ed altri immobili minori, per circa 17 milioni di euro complessivi. Ma non si vende nulla. Anche per questo abbiamo chiesto all’Agenzia del territorio un aggiornamento delle tariffe, abbassandole, per evitare il danno erariale di una vendita al di sotto delle attuali stime». Breve accenno, in chiusa, all’accordo firmato ieri a Palazzo Ferro Fini: Arpav fornirà periodicamente al consiglio, a costo zero, una serie di dati meteo-climatologici e di carattere ambientale, nonché due rapporti, uno sui cambiamenti climatici e l’altro sulle risorse idriche in Veneto. I dati verranno diffusi ai consiglieri ed alle strutture del Ferro Fini e rese note al pubblico sul sito del Consiglio e tramite la newsletter «Antenna sul Veneto». (Il Corriere del Veneto – 15 febbraio 2013)
Arpav: «Non so più dove tagliare per ridurre i costi»
Il direttore generale Pepe deve fare i conti con le ulteriori riduzioni imposte dalla Regione e un indebitamento pregresso di 38 milioni di euro. Senza successo la vendita di immobili
«Stiamo risparmiando su tutto, abbiamo una macchina di servizio in 10, io mi muovo con la mia. I francobolli degli auguri di Natale li ho pagati di tasca mia, ma questo non importa, non occorre che lo scriva. È per dire che ormai non sappiamo più dove risicare».
L´Arpav, Agenzia regionale dell´ambiente, che in tanti in tutta Italia guardano con ammirazione per le professionalità messe in campo, trascina una situazione pesante, potenza di investimenti stratosferici caricati negli anni sull´Agenzia senza averne le possibilità. Non per niente fu commissariata. Oggi l´indebitamento pregresso è intorno ai 38 milioni e tanto lavoro c´è ancora da fare. Il direttore generale Carlo Emanuele Pepe, a margine dell´incontro per la firma della convenzione col Consiglio regionale, dipinge una situazione economica ancora in grave sofferenza, anche se i numeri saranno più precisi tra qualche settimana. Fu chiamato nell´aprile 2011 per andare giù di forbici e ridisegnare «un nuovo vestito sartoriale» per l´Arpav, il percorso per un piano strategico fino al 2014 per l´agenzia in gravissimo deficit che prevedeva la riduzione di almeno tre-quattro taglie. «Nonostante – ammette – avessimo iniziato la spending review molto prima di quella imposta a livello nazionale, per quest´anno ci attende un percorso ancora in salita. L´abito sartoriale sta costando un bel po´ di meno, ma dobbiamo trovare il modo di ripianare i debiti. La speranza è che un lavoro ancora più serrato con la Regione, con cui siamo in dialogo continuo ponendoci in obbedienza assoluta, possa portare non solo a un contenimento dei costi, ma anche a un modo per ripianare i debiti».
ALTRI TAGLI IN BALLO. Pepe non ne fa cenno, ma pesa come un macigno in una situazione già critica, l´ultima la nota del segretario generale per la sanità, con la quale è stato chiesto ad Arpav di ridurre del 20%, nel suo bilancio di previsione 2013, il carico degli oneri finanziari. E che ha innescato la levata di scudi del Pd. Non aiuta l´attuale congiuntura economica, fossero stati 5-6 anni fa sarebbe stato quasi un gioco da ragazzi, per esempio, piazzare una parte del patrimonio immobiliare. «Abbiamo messo in vendita sedi non utilizzate: due a Treviso, quella di Belluno, una a Vicenza, un appartamento a Verona e altre sedi minori. Il tutto frutterebbe circa 17 milioni. Purtroppo al momento questa strada non dà frutti. Abbiamo anche chiesto all´Agenzia del territorio un aggiornamento delle tariffe, abbassandole, per evitare il danno erariale di una vendita al di sotto delle attuali stime».
SEDI VICENTINE. Quanto al Vicentino nelle scorse settimane si era fatta avanti la chiusura delle sedi satelliti di Bassano, Thiene, Arzignano. Su Thiene il direttore è orientato a procedere. Su Bassano e Arzignano al momento non è stata presa decisione: la relazione è attesa nella settima commissione regionale presieduta da Nicola Finco. Proprio il consigliere bassanese si è fatto paladino della difesa della sede di Bassano, e non solo, su cui ha chiesto una precisa e più attenta valutazione economica e di trovare eventualmente anche punti di appoggio. La sede di Bassano è di proprietà Arpav, in condominio con l´Ulss. Anche su Arzignano ci sono remore a chiudere: «Da un lato -pesa l´affitto di 30 mila euro l´anno, dall´altro però nel conto va messa l´importanza del servizio in un´area ad alta concentrazione di aziende conciarie». Ormai si gratta sulla polvere: «A San Donà di Piave ci hanno sfrattato perché non pagavamo più l´affitto, per fortuna abbiamo trovato un appoggio dai Vigili del fuoco. Stiamo andando ad esaurimento con i contratti di consulenza che erano in piedi e lavoriamo ormai tutto con i dipendenti interni per non gravare sui costi». Ancora: sinergie innovative, per esempio sulla balneazione, che non prevedono più gare ma la collaborazione tra enti pubblici. La strada è ancora lunga: «Non facciamoci illusioni – chiude Pepe – non sarà in falso piano, ma ancora in salita». (Il Giornale di Vicenza – 15 febbraio 2013)