Arriva Naspi, il sussidio universale coprirà un milione 300mila precari. Requisito: tre mesi di contribuzione nell’ultimo anno lavorato
Il governo mette a punto la nuova Aspi per aiutare i disoccupati.Confermato per il 2015 il miliardo e mezzo in più per estendere gli aiuti a chi resta senza lavoro. Poi a regime verranno unificati gli strumenti.
Estendere il sussidio di disoccupazione anche a chi oggi ne è escluso. Non solo i collaboratori a progetto. Ma tutti coloro che non hanno i requisiti né per l’Aspi né per la mini-Aspi per via della carriera «discontinua con contratti sotto l’anno», spiega il responsabile Economia e Lavoro del Pd, Filippo Taddei. In una parola: i precari. Parliamo di una platea pari a un milione e 200-300 mila lavoratori, per i quali il governo ha intenzione di stanziare un miliardo e mezzo di euro nella imminente legge di Stabilità, spendibili nel 2015. In attesa che il Jobs Act vada a pieno regime nel 2016 e spazzi via tutti gli ammortizzatori sociali esistenti, lasciando in piedi solo la cassa integrazione (per crisi congiunturali o strutturali recuperabili) e la Naspi, la nuova Aspi, valida per tutti i lavoratori con almeno tre mesi di contribuzione nell’ultimo anno lavorato. Per il premier Renzi, «un miliardo e mezzo non sono pochi», ha ripetuto ieri da Ferrara. «Fosse solo un miliardo e mezzo sarebbe niente, ma è aggiuntivo ». Soldi nuovi e freschi, dunque. Ma le rassicurazioni sembrano non bastare. «Le domande sono due», insiste Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e deputato pd. «Si tratta davvero di risorse in più o recuperate da un riciclo di quanto destinato alla cassa in deroga? E se fossero in più, cosa ci facciamo con un miliardo e mezzo? Poco. L’equivalente di un’indennità di 700 euro al mese lordi per un anno a 178.571 persone. Non basta». Sarebbero sufficienti a «coprire all’incirca 150 mila cocopro disoccupati, ora destinatari dell’una tantum simbolica », conferma Carlo Dell’Aringa, sottosegretario al Lavoro nel governo Letta e deputato pd. «Certo, se si vogliono tutelare anche le partite Iva a monocommittenza… Quelle sono tantissime, i soldi non basterebbero ». Bisogna dunque solo sperare che l’anno prossimo i disoccupati precari non siano più del 15-20% di quel milione e passa, setacciato dagli esperti di Palazzo Chigi. Altrimenti la coperta sarà davvero troppo corta. E l’intenzione di procacciare loro la mini Aspi (rivedendone i criteri) richiederà presto nuovi finanziamenti.
A partire dal 2016, anno uno del Jobs Act, il quadro dovrebbe cambiare. Per via della legge Fornero, sparirà la cassa integrazione in deroga. Così come nel 2017 si estinguerà anche l’indennità di mobilità. E dunque si libereranno, nel giro di un biennio, all’incirca 4 miliardi e mezzo, stando alle cifre spese nel 2012 per questi due ammortizzatori (dati Inps). Che arriveranno a 6 miliardi, aggiungendo le risorse “fresche” di Renzi. Ma a quel punto l’intera torta andrà spacchettata ex novo. Ora vale 23 miliardi usati per salvaguardare 4 milioni di disoccupati: 4,6 miliardi per cassa integrazione ordinaria e straordinaria, 1,8 miliardi per la cig in deroga, 3 miliardi per la mobilità e quasi 14 miliardi per l’indennità di disoccupazione. Dal 2016-2017, la cig terrebbe i suoi denari, il resto confluirebbe tutto nella Naspi (18,5 miliardi). Un sussidio per tutti (stima il governo) al massimo di 1.100-1.200 euro mensili nei primi mesi per poi calare a 700 euro, così come prevedono le regole Fornero, per un massimo di due anni per i lavoratori dipendenti (il doppio della durata odierna), sei mesi per gli atipici. E condizionato all’accettazione dell’offerta di lavoro. La novità assoluta sarà nei requisiti della Naspi, meno stringenti dell’Aspi (contributi da almeno due anni e aver lavorato negli ultimi 12 mesi) e della mini Aspi (13 settimane di contribuzione nell’ultimo anno). Basteranno tre mesi di contributi. Per tutti.
Repubblica – 4 ottobre 2014