Dopo le durissime reazioni da parte di medici e infermieri per le affermazioni fatte ieri in Conferenza stampa dall’epidemiologo dell’Iss Fortunato D’Ancona che aveva affermato come fosse da capire se gli operatori sanitari si fossero contagiati dentro o fuori dagli ospedali arrivano le scuse dell’Iss.
“Mi rendo conto che alcune mie parole sugli operatori sanitari contagiati dal coronavirus, sono state fraintese e hanno suscitato reazioni negative tra il personale sanitario e le associazioni di volontariato”. Ha scritto in una lettera indirizzata alla Fnomceo l’epidemiologo dell’Iss Fortunato D’Ancona.
“I tempi stretti e concitati della conferenza stampa – ha precisato – non mi hanno permesso di chiarire che, come istituzione nazionale, sentiamo la necessità di capire quali siano stati i fattori di rischio a cui sono stati esposti gli operatori sanitari per migliorare l’assistenza ai pazienti con COVID-19 garantendo allo stesso tempo la massima sicurezza degli operatori stessi”.
“Con mio dispiacere – ha chiarito -, infatti, ancora poco sappiamo di questi operatori che hanno contratto la malattia per la quasi totalità dei casi nell’ambito dell’attività lavorativa. Il tempo limitato della conferenza stampa non ci permesso di dare un quadro esaustivo, ma ha fatto prevalere nella comunicazione un dettaglio tecnico su alcune incertezze epidemiologiche rispetto alla sostanziale evidenza che la preminenza della fonte è di natura professionale”.
Anche il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha voluto scrivere (vedi lettera) al presidente Fnomceo: “A nome dell’Istituto superiore sanità e mio personale ti esprimo il profondo rammarico per alcune espressioni di un nostro ricercatore durante la conferenza stampa di ieri, presso la protezione civile, che, in modo del tutto involontario, hanno potuto dare l’impressione di una sottovalutazione del rischio di contrarre l’infezione in ambito lavorativo per i medici e per tutti i professionisti ed operatori sanitari, rischio che rimane in assoluto quello su cui focalizzare prevenzione e protezione particolarmente laddove la situazione epidemiologica ed assistenziale è più critica”.