I valori limite per arsenico e fluoro nell’acqua non sono ancora rispettati in 37 aree di approvvigionamento di acqua nel Lazio. E il tempo delle deroghe è scaduto: dopo più di un anno dalla terza e ultima deroga, l’Italia ancora continua a violare le norme europee. Per questo la Commissione europea ha deciso di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Questo, “per la sua incapacità di garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme europee. La contaminazione dell’acqua da arsenico e fluoro – spiega l’Europa – è un problema annoso in Italia, in particolare nel Lazio”.
La Commissione europea ricorda che la direttiva sull’acqua potabile “impone agli Stati membri di controllare e testare l’acqua destinata al consumo umano in base a 48 parametri microbiologici e chimici e indicatori. Se si riscontrano nell’acqua livelli elevati di arsenico o di altri inquinanti, gli Stati membri possono derogare per un periodo limitato di tempo ai valori limite fissati dalla direttiva, purché la deroga non presenti un potenziale pericolo per la salute umana e l’approvvigionamento delle acque destinate al consumo umano nella zona interessata non possa essere mantenuto con nessun altro mezzo congruo”. La direttiva consente al massimo tre deroghe, ognuna limitata a tre anni. All’Italia sono state concesse tutte e tre le deroghe eppure la situazione non è stata sbloccata. Spiega la Commissione che “il periodo di deroga era finalizzato a consentire di trovare soluzioni durature. Tuttavia, più di un anno dopo la scadenza della terza deroga, l’Italia continua a violare la direttiva”.
Le parole che arrivano dall’Europa sono molto dure: “Le decisioni di deroga stabiliscono condizioni rigorose per tutelare la salute umana. All’Italia era stato chiesto di assicurare che fosse disponibile l’approvvigionamento di acqua salubre destinata al consumo da parte dei neonati e dei bambini fino all’età di tre anni. Le deroghe erano subordinate al fatto che l’Italia fornisse agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell’acqua potabile in questione e, in particolare, i rischi associati al consumo di acqua da parte dei bambini. L’Italia era tenuta inoltre ad attuare un piano di azioni correttive e a informare la Commissione in merito ai progressi compiuti”. Nonostante questo, i lavori limite per arsenico e fluoro non sono ancora rispettati in 37 zone di approvvigionamento di acqua nel Lazio, per cui la Commissione ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia, la prima fase formale della procedura di infrazione.
Help consumatori – 11 luglio 2014