Sono più di 6 milioni gli italiani interessati dalle modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, introdotte con la riforma del mercato del lavoro.
A tanto ammonta il numero dei dipendenti occupati a tempo indeterminato in aziende private con più di 15 dipendenti, secondo lo studio del Cnel, il Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro. Si tratta di più della metà dei dipendenti, il 52,2%. Tra gli esclusi dal suo campo di applicazione, invece, ci sono 4 milioni di occupati in aziende piccole, con meno di 15 dipendenti, 746 mila contratti a termine (e qui la dimensione dell’impresa non fa differenza) e circa 800 mila partite Iva con un unico committente, categoria che la stessa riforma Fornero mette sotto osservazione per cercare di smascherare quelle false collaborazioni che nascondono un rapporto dipendente.
L’articolo 18 riguarda più il Nord, dove copre il 56,3% dei lavoratori nel settore privato, che il Sud, dove si ferma al 48,8%. E questo perché nel Mezzogiorno le aziende piccole sono più frequenti anche se aumenta la percentuale dei dipendenti pubblici, che hanno una tutela ancora più forte. Le sue norme valgono meno spesso per le donne che per gli uomini, il 40,8% contro il 60%. Meno spesso per i giovani che per gli adulti, il 40,4% contro il 58%. E questo perché donne e giovani sono le categorie più frequenti tra i contatti a termine. Oltre a essere quelle con più difficoltà a trovare un lavoro purché sia.
Corriere.it – 17 settembre 2012