Il Gazzettino fa le pulci ai provvedimenti di fine anno dei Dg non riconfermati. Solo a loro. Resta da chiedersi: sono gli unici casi?* «Proviamo a fare uno sforzo di fantasia. Cosa potrebbe fare un direttore generale di una Asl dopo che per 5, o 10, o addirittura 15 anni, ha gestito la struttura in quel fatidico 31 dicembre 2012 che è il suo ultimo giorno di reggenza? Che il suo destino sia segnato lo sa, perché solo tre giorni prima il presidente Luca Zaia ha presentato ai veneti la nuova squadra di manager che guideranno la sanità per tre anni. Non solo, quasi una settimana prima era arrivata la telefonata che nessuno vorrebbe mai ricevere: “grazie per la collaborazione di questi anni, ma si cambia”. Il direttore a questo punto potrebbe sicuramente svuotare le scrivanie, fare un brindisi d’addio con i collaboratori più stretti, mettiamoci pure un discorsetto di circostanza e di raccomandazione.
Ed è esattamente ciò che i più fanno. Ma qualcuno non si accontenta. Oltre a questo, delibera. E cosi, quando ormai i giochi sono fatti, ma sulla carta ancora regna per qualche manciata di ore, il direttore generale prende la penna e, in attesa di Capodanno, approfitta del suo ultimo giorno di lavoro per decidere promozioni, spese e riorganizzazioni.
Per carità, fino a prova contraria, tutto legittimo e tutto regolare. La legge non indica “mesi, o settimane bianche” in cui il dg ha il “fermo penna”. Certo, ci si potrebbe chiedere perché non l’hanno fatto prima o se non era il caso, visto che stavano per essere sostituiti, di lasciare ai loro successori l’onere e la responsabilità di scelte anche impegnative sia sul piano economico sia organizzativo. Eh sì, perché alcuni dg in hanno deliberato in quei giorni di fine 2012 di tutto e di più.
Per esempio Renzo Alessi, direttore generale dell’Asl 5 dell’Ovest Vicentino (manager fuori dalla squadra dei neo eletti) il 28 del 12 (delibera 588) firma una documento che ha come oggetto “Nuovo assetto organizzativo – che va a modificare una deliberazione del dicembre 2011 e di fatto instaura un nuovo modello organizzativo e revoca l’incarico al responsabile del dipartimento Affari legali e Qualità.
Anche l’Azienda ospedaliera di Padova, manager in uscita Adriano Cestrone, arriva proprio in zona Cesarini, 31 dicembre, con la delibera 1533 che conferisce l’incarico di coordinatore di attività proprie della direzione medico ospedaliera al dottor Daniele Donato, con indennità aggiuntiva di 20mila euro.
Sempre nell’ultimo giorno utile, 31 dicembre, anche un altro manager in uscita, Antonio Alessandri, a capo dell’Asl 6 di Vicenza, firma la delibera 1065 con cui nomina il nuovo direttore dell’Oncologia, il dottor Paolo Morandi e con delibera 1017 anche il nuovo direttore dell’Unità complessa di Chirurgia Maxilo facciale e odontostomatologia Ugo Baciliero. Senza ricordarsi che la giunta aveva autorizzato la copertura dei posti, ma con le nuove procedure previste dal “Balduzzi”. In questo caso pare siano già arrivati i ricorsi degli esclusi.
L’Asl 16 di Padova, retta sempre da Adriano Cestrone, il 27 dicembre (delibera 1136) affida invece l’incarico dal 1 gennaio 2013 per 5 anni del distretto socio sanitario 5 al dottor Giovanni Pilati, ex direttore sanitario dall’Azienda 18 di Rovigo, scrivendo nelle motivazioni che il dottor Pilati era entrato in anticipo. Peccato che il dottor Pilati il 31 di dicembre in veste di direttore sanitario di Rovigo dia il parere favorevole a tre decreti (e non delibere) del direttore generale dell’Asl di Rovigo Adriano Marcolongo (non riconfermato) per l’istituzione per 5 anni di 3 Utap (decreti dichiarati non soggetti a controllo da parte dei revisori dei conti).
Il primo (dg 998) ha quale oggetto “approvazione di concessione d’uso di locali da adibire alla “medicina di gruppo integrata 3centaMed”, nell’ospedale San Luca di Trecenta a contratto d’esercizio per gli anni che vanno dal 2013 al 2018. Il costo del provvedimento è di 243mila euro ogni anno. Con il decreto 999, invece approva un contratto d’esercizio, sempre per gli anni che vanno dal 2013 al 2018 tra l’Asl di Rovigo e la medicina di gruppo integrata di Occhiobello, nel punto Sanità di Santa Maria Maddalena. Come specifica il decreto si tratta di una presa d’atto del contratto d’esercizio, stipulato il 31 dicembre 2012 e valido fino al 31 dicembre 2017 tra l’Asl e la medicina di gruppo integrata di Occhiobello “Medici più”, ancora in attesa di autorizzazione regionale. Costo 174mila, 400 euro l’anno. Sempre da Rovigo la notte di Capodanno arriva il decreto 1005: contratto di esercizio dell’Asl 18 “Medicina di gruppo integrata Medici più di Lendinara” (ex Utap) per gli anni 2013-2018. Costo annuo 320mila euro. L’impegno per gli anni a venire è, conti alla mano, di 3 milioni e 687mila euro.
Naturalmente, potrebbe anche essere che queste delibere avessero carattere di urgenza e mettere le carte a posto prima di fare i bagagli fosse un atto dovuto. È anche vero però che alcune di queste delibere sono state contestate in primis dai medici (Fimmg) e in qualche caso sono state sospese dalla Regione e dall’entrante direttore generale. Resta poi da chiedersi: sono gli unici casi?».
Il Gazzettino – 27 Gennaio 2013
*Una nostra piccola nota a margine. Giusta domanda quella che chiude l’articolo del Gazzettino. Il fenomeno dei provvedimenti del 31 dicembre notoriamente non interessa solo le Asl ma anche altri enti e amministrazioni fino ai più alti livelli. Ma i direttori generali “silurati” sono tra tutti i manager e amministratori quelli che, al momento, hanno meno protezioni ….