L’Efsa avrebbe copiato parti del suo progetto di parere sull’aspartame da un documento finanziato dall’industria. A sostenerlo è l’associazione ambientalista francese Réseau Environement Santé (RES), secondo la quale alcune parti del parere sarebbero state copiate -senza citarlo- da uno studio di Magnuson, Burdock et al. del 2007 finanziato dalla compagnia giapponese Ajinomoto leader mondiale della produzione di aspartame.
L’Ong francese accusa inoltre l’Authority europea per la sicurezza alimentare di aver ignorato i risultati degli studi dell’Istituto Ramazzini e di aver fissato una dose giornaliera accettabile per il dolcificante artificiale notevolmente superiore a quella che dovrebbe essere in base alle evidenze scientifiche.Inoltre, l’associazione francese sostiene che nel il gruppo di esperti scientifici dell’Efsa che ha lavorato sulla nuova valutazione dell’aspartame ben 12 dei 17 membri sarebbero gli stessi che avevano già respinto le conclusioni degli studi condotti presso la Fondazione Europea Ramazzini e pubblicati da Soffritti et al. Non solo, 6 membri del gruppo avrebbero anche conflitti di interesse.Oltretutto –sempre secondo l’organizzazione non governativa francese- i tre studi condotti da Sofritti et al. tra il 2007 e il 2010 sarebbero ora supportati da un nuovo studio che mostrerebbe un rischio più elevato di leucemia nelle persone che bevono bevande “light”. EFSA tuttavia difende il proprio operato confermando di aver esaminato tutte le prove sul dolcificante artificiale e che la dose giornaliera ammissibile di 40mg/kg / al giorno è da ritenersi sicura.Ma il RES, che fa parte della Health and Environment Alliance (HEAL), ha pubblicato un rapporto di 18 pagine dove viene criticato il parere dell’EFSA e ha annunciato che presto presenterà le proprie conclusioni ai membri del Parlamento europeo e alla Commissione.
sicurezzaalimentare.it – 2 marzo 2013