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Aspiranti medici. Il 52% dei candidati è insufficiente al test. L’anno scorso erano il 41%. La più alta percentuale di idonei (66%) a Padova, a Milano-Bicocca (64%) e Verona (63%)

Piace il camice bianco, ma si fa sempre più fatica a indossarlo. Ogni anno un esercito di 60mila ragazzi scende in campo per contendersi i posti messi in palio dalle università della Penisola: solo uno su sei corona il sogno. Il dato che pesa di più però è l’abbassamento della preparazione dei candidati: ben 52 su cento non sono risultati idonei al test dell’8 settembre, contro il 41,5% dell’anno scorso e il 38% del 2013.

Più di uno su due, insomma, non è arrivato al punteggio minimo di 20 (su 90) necessario per entrare in graduatoria. I risultati pubblicati martedì sul portale «Accesso Programmato» del ministero dell’Istruzione sono i peggiori da tre anni a questa parte. Che sia per via di una difficoltà crescente o di una preparazione meno attenta, i sessanta quesiti confezionati dal Cambridge Assessment hanno messo a dura prova i candidati: «Difficile soprattutto biologia»; «anche chimica», «troppo lunghi i quesiti di logica», i commenti sui social.

È vero che i più bravi hanno battuto i colleghi dello scorso anno (i migliori mille sono arrivati in media a 55,43 punti, contro 54,30 del 2014). Ma anche l’edizione 2015 del test non è stata esente da proteste: dall’anonimato delle prove che non sarebbe stato garantito, ai costi d’iscrizione troppo alti (dai 10 euro di Milano Bicocca, ai 100 della Federico II di Napoli). Paradossi di un esame di selezione che avrebbe dovuto far dimenticare i pasticci dell’anno passato (con le accuse di illecito e i conseguenti ricorsi amministrativi) ma già bersaglio di polemiche. Intanto perché i candidati non sanno che punteggio hanno ottenuto: sul portale è riportato solo il codice alfanumerico che andava incollato sul foglio al termine della prova. Solo i «furbi» che lo hanno segnato o memorizzato possono sapere quanto hanno totalizzato. Gli altri devono attendere il 2 ottobre, quando ai risultati verrà associato un nome. Il 7 ottobre, poi, verrà pubblicata la graduatoria nazionale. I numeri, insomma, sono a portata di mano, ma l’attesa è ancora lunga. E — ansia a parte — complica la vita a molti: ai fuori sede che devono cercare casa e più aspettano più rischiano di spendere; e a chi è indeciso se iscriversi o meno a corsi alternativi a Medicina.

Un po’ di statistiche: gli idonei, quelli che hanno totalizzato i 20 punti necessari per concorrere alla distribuzione dei posti disponibili, sono 25.579. Il punteggio medio nazionale è di 30,86. Il punteggio medio più alto a livello di ateneo è di 33,74 a Pavia. C’è un «ex aequo» per il miglior risultato: 80,90, registrato sia all’Università degli Studi di Torino che alla Federico II. Seguono, con 80,5 punti La Sapienza e Parma. La più alta percentuale di idonei (66%) a Padova, a Milano-Bicocca (64%) e Verona (63%). I primi 100 «classificati» sono distribuiti in 27 atenei, con una particolare concentrazione a Padova (18) e all’Università degli Studi di Milano (14).

Antonella De Gregorio – Il Corriere della Sera – 23 settembre 2015 

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