Giaretta: non penalizzare le strutture virtuose Inaccettabile accorpare le festività . Ben 1.800 le proposte di modifica al decreto. Martedì la sintesi di governo e relatori. Pressing del Pd per meno tagli a sanità, enti locali e società in house e per gli esodati
Sanità, ricerca, società in house, esodati ed enti locali. Sono i capitoli su cui la maggioranza, con in testa il Pd, si impegna a modificare in «maniera forte e significativa» il testo del decreto sulla spending review. Su trasporti e statali invece i margini di manovra sono «obiettivamente difficili». La montagna dei 1.800 emendamenti presentati in commissione Bilancio del Senato non spaventano i relatori. Gilberto Pichetto Fratin (Pdl) e Paolo Giaretta (Pd). Il loro lavoro di «scrematura» comincerà lunedì e mira a ridurre il numero degli emendamenti («molti dei quali si sovrappongono”) a quota 200-250, forti «della disponibilità di tutti i gruppi», come «sui due obiettivi: evitare l’aumento di due punti delle aliquote Iva e stanziare 2 miliardi per l’emergenza terremoto».
Tra gli emendamenti più trasversalmente condivisi va certamente citato quello proposto dal Pd sul taglio ai cacciabombardieri F-35. La proposta è quella «di ricavare oltre 2,6 miliardi di euro da indirizzare alla ricerca, agli interventi per la difesa del suolo e alla riduzione del rischio sismico degli immobili, al fondo per il servizio civile e alle politiche alla cooperazione allo sviluppo».
Più realisticamente si punta ad un taglio ulteriore alle spese militari che permetta di azzerare i 500 milioni di tagli alla ricerca. Sul tema invece degli enti locali si punta ad evitare tagli lineari. «Al loro posto – spiega Paolo Baretta –
con gli emendameli riusciremo a rafforzare l’analisi strutturale della spesa pubblica, rafforzando il meccanismo della distribuzione del peso per salvaguardare i comportamenti virtuosi: esistono Comuni e Regioni che hanno già fatto operazioni di selezione di spesa in maniera approfondita, non possono subire ulteriori tagli». Stesso discorso vale per il comparto sanità ed ospedali. In concreto l’idea «è quella di rafforzare le previsioni di utilizzo già previste nel decreto e definite come “Indicatori di buona spesa” e gli “Indicatori di appropriatezza” sul Servizio sanitario: vanno utilizzati meglio e in maniera più rilevante sul totale dei taglie, continua Giaretta. L’altro capitolo su cui il Pd ritiene «assolutamente necessario» fare modifiche è quello delle cosiddette società in house. Anche in questo caso la parola d’ordine è «distinguere». «Così com’è il testo è troppo tranchant – illustra Giaretta – bisogna distinguere tra le società esempi di buona amministrazione che forniscono servizi importanti ai cittadini, e vanno salvate, da quelle in cui sono stati assorbiti lavoratori espulsi dal ciclo produttivo e altre situazioni in cui esistono società che sono piene di assunzioni clientelari”, conclude Giaretta.
Il capogruppo in commissione del Pd Mauro Agostini si è poi molto battuto sul tema esodati. L’idea di allargare la platea dei 55mila lavoratori individuati dall’articolo 22 era già stata lanciata da Cesare Damiano. Il problema, come al solito, è individuare le risorse necessarie, ma il governo al proposito è molto tiepido. Sicuro invece l’allargamento dei criteri previsti con la modifica del testo che, attualmente, prevede la salvaguardia «ai lavoratori per i quali le imprese abbiano stipulato in sede governativa entro il 31 dicembre 2011 (prima la data era quella del 4 dicembre, ndr) accordi finalizzati alla gestioni delle eccedenze con utilizzo di ammortizzatori sociali (la mobilità, ndr)». Un emendamento recepirà l’allargamento anche agli accordi sottoscritti «territorialmente», negli uffici provinciali del lavoro. Molto difficile invece che si riesca ad intervenire sul capitolo statali in esubero rispetto al taglio previsto del 10 per cento del personale sulla pianta organica di ogni ufficio pubblico. La trattativa sulla gestione del personale in esubero riguarderà l’incontro tra ministro Patroni Griffi e i sindacati convocati per mercoledì 25. Ma i sindacati non ci stanno e per questo Cgil e Uil hanno parlato apertamente di «sciopero generale» nell’affollato presidio tenuto sotto palazzo Vidoni ieri mattina. Dal governo non trapelano ancora indicazioni di «mento». »Siamo alle battute iniziali», si fa sapere da palazzo Chigi. L’unica cosa che viene ripetuta come un mantra è «l’invariabilità dei saldi». Certi invece i tempi di approvazione: lunedì in commissione Bilancio ci sarà l’illustrazione degli emendamenti e da martedì inizierà il lavoro di “raccordo» fra i dicasteri Rapporti con il Parlamento, Economia con il sottosegretario Polillo in prima fila e il Lavoro per il tema esodati. Saranno loro a »trattare» con i relatori per preparare emendamenti condivisi che saranno votati in Commissione. Giovedì 26 invece il testo arriverà in Aula dove il governo metterà la fiducia. Ancora più breve dovrebbe essere il cammino alla Camera per arrivare all’approvazione definitiva delle “Disposizioni urgenti perla revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” prima della pausa estiva. Oggi, sotto pressione del sottosegretario Polillo, il Consiglio dei ministri potrebbe poi varare un provvedimento sull’accorpamen-to delle festività e decidere di accorparlo alla spending review. Ma su questo punto il Pd è intransigente: -Non prendiamo neanche in considerazione l’ipotesi», taglia corto Giaretta.
Protesta degli statali: pagano sempre i soliti. Manifestazione dei lavoratori pubblici ieri a Roma contro i pesanti tagli che colpiscono il settore mentre «non si interviene – denunciano Cgil e Uil- sui veri mali della pubblica amministrazione, non si tagliano sprechi, consulenze, gli spaventosi costi degli apparati istituzionali, non si affronta l’evasione fiscale
L’Unità – 20 luglio 2012