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AstraZeneca in Italia agli over 60 Ema: può causare trombosi rare- L’esecutivo raccomanda il vaccino di Oxford per gli ultrasessantenni, ma non ci sono limiti di età sulle seconde dosi. La circiolare

Repubblica. Da oggi in Italia «è raccomandato l’uso preferenziale» del vaccino AstraZeneca per le persone di oltre 60 anni, anche se le seconde dosi potranno essere somministrate ai cittadini di ogni età. Inoltre, sempre da oggi, tutti gli italiani tra i 60 e i 79 anni potranno prenotare il composto di Oxford. La decisione del governo guidato da Mario Draghi arriva al termine di una giornata europea convulsa, segnata dal nuovo rapporto dell’Ema sul siero anglo- svedese: «Gli eventi rari di trombosi cerebrale sono effetti collaterali » di AstraZeneca. Dunque il legame tra i decessi registrati in tutta Europa e l’immunizzante esiste. Tuttavia l’Agenzia Ue del farmaco afferma che il rapporto tra rischi e benefici «resta positivo» e non raccomanda alcuna limitazione alle inoculazioni per specifiche categorie o fasce d’età. La decisione spetta ai governi. La circolare ministeriale
Mentre le autorità del Regno Unito sconsigliano l’uso di AstraZeneca per i giovani tra i 18 e i 29 anni, i ministri della Salute dell’Unione si riuniscono d’urgenza per trovare una posizione comune. Il vertice però è complicato, i governi si spaccano. Gli scandinavi chiedono il bando totale del vaccino anglo-svedese. Altri paesi, principalmente quelli dell’Europa centro-orientale che hanno puntato tutto su Oxford, sono contrari. Il ministro Speranza – che come Draghi avrebbe preferito evitare paletti seguendo l’indicazione dell’Ema – insieme ai colleghi di Francia, Germania, Spagna e Olanda appoggia la linea di compromesso promossa dalla presidenza di turno portoghese e dalla Commissione Ue: raccomandare a livello continentale l’uso di AstraZeneca solo per gli over 60.
La proposta non passa di fronte alle resistenze scandinave e ogni Paese va per conto suo. Speranza interviene duramente: «Non possiamo riunirci solo per comunicare le decisioni dei singoli Stati, senza lavorare a una linea comune e procedendo in ordine sparso». Di fronte al flop, la commissaria Ue Stella Kyriakides chiede ai ministri di incaricare esperti affinché lavorino con l’Ema per sviluppare un approccio coordinato che tenga conto anche degli studi sui gruppi di età, nella speranza di poter prendere una decisione a breve. In tarda serata Speranza, il ministro Gelmini e i vertici del Cts comunicano la decisione alle regioni: da oggi in Italia le persone sotto i 60 anni riceveranno Pfizer, Moderna o Johnson&Jonhson. I più anziani AstraZeneca. La circolare per rendere operativa la decisione verrà firmata oggi. I governatori, tra l’altro, vengono nuovamente strigliati dal premier Draghi per il basso numero di ultraottantenni immunizzati (la Sicilia, in particolare, sarebbe poco sopra il 30%). Il tutto mentre si registrano 627 morti: era da gennaio che non si toccava un numero così alto.
È evidente che non mancheranno le conseguenze sul piano vaccinale, anche se Franco Locatelli prova a rassicurare a nome del Cts: «Questo non è né il funerale, né l’eutanasia di Astrazeneca, che è efficace ». La prima ricaduta è che i 2,34 milioni di italiani che hanno ricevuto la prima dose del rimedio di Oxford avranno il richiamo con lo st esso vaccino. Sono soprattutto under 60. Tra questi, oltre 1,3 milioni del personale scolastico e delle forze armate. E ancora, caregiver familiari e buona parte di chi è rappresentato con la dicitura “altri”. D’altra parte l’Ema ha evidenziato rischi per la prima iniezione piuttosto che per la seconda. «Non c’è motivo di avere paura di AstraZeneca», precisa il numero uno dell’Aifa, Nicola Magrini. Secondo l’agenzia, «su 600mila con due dosi non si è registrato nessun caso di trombosi». Se poi le cose dovessero cambiare, assicura Locatelli, allora si valuterà se abbandonare AstraZeneca: «Se i dati nelle prossime settimane dovessero andare verso un’evidenza di incrementi di eventi tromboembolici come seconda dose, da un punto di vista squisitamente concettuale non c’è controindicazione a cambiare vaccino».
L’Ema comunque proseguirà le investigazioni e ha imposto alla casa farmaceutica di condurre ulteriori studi per capire i legami tra le trombosi e le varie categorie, come le donne in gravidanza o che prendono la pillola (per le quali per ora, in assenza di dati sufficienti, non mette limitazioni). Ma intanto aggiorna il bugiardino e avverte pazienti e medici: tenete sotto controllo eventuali sintomi come fiato corto, dolore al petto, gonfiore alle gambe, dolore all’addome o alla testa. Anche se gli eventi sono estremamente rari: «Sessantadue trombosi cerebrali e ventiquattro venosa, di cui diciotto mortali, su venticinque milioni di vaccinati tra Europa e Regno Unito».

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