1 C’è un collegamento tra il vaccino di AstraZeneca e alcuni casi di rare trombosi?
L’Agenzia europea per i medicinali (Ema), in un report sul tema reso pubblico ieri, ha parlato di un «possibile collegamento» tra i casi di «coaguli di sangue insoliti con piastrine basse» segnalati dopo la vaccinazione con AstraZeneca e il farmaco dell’azienda anglo-svedese. Gli «eventi avversi» sono stati descritti come un effetto collaterale «molto raro» che dovrà essere menzionato nel foglietto illustrativo e su cui il personale sanitario e i riceventi dovranno essere informati. L’Oms ha definito il legame «plausibile, ma non confermato».
2 Con quale incidenza si sono presentate le trombosi nella popolazione?
L’Ema ha parlato di un caso ogni 100 mila persone, specificando che il numero «varia molto a seconda della qualità del sistema di segnalazione degli Stati membri e della qualità dei casi identificati». Inoltre, all’inizio delle campagne vaccinali, in alcuni Paesi si era scelto di vaccinare con AstraZeneca solo alcune categorie e questa variabile può aver alterato il rapporto di incidenza. Al 4 aprile, il database europeo sulla sicurezza dei farmaci aveva ricevuto un totale di 222 segnalazioni su 34 milioni di persone vaccinate.
3 Qual è il rapporto rischi-benefici a questo punto?
L’Ema ha confermato un rapporto positivo tra rischi e benefici a favore del vaccino di AstraZeneca, anche perché la malattia da Covid-19 aumenta di per sé notevolmente la possibilità di trombosi.
4 Ci sono fasce di età maggiormente a rischio?
Si è detto che i casi si sono registrati soprattutto tra giovani donne adulte (sotto i 55-60 anni), ma Ema ha sottolineato ieri che «l’età, il sesso o la precedente storia medica di disturbi della coagulazione non sono fattori di rischio, poiché gli eventi rari si osservano in tutte le età e in uomini e donne», anche se l’Agenzia si è riservata, in futuro, di precisare altre indicazioni.
5 I governi hanno deciso alcune limitazioni all’uso?
L’alternativa
Ancora mancano studi clinici sulla possibilità di fare la seconda dose con un altro farmaco
Alcuni Paesi europei nelle scorse settimane avevano già scelto di riservare il vaccino di Oxford solo alle persone anziane (generalmente sopra i 60 anni), proprio in ragione del lieve incremento di episodi trombotici non visto nella popolazione più anziana. Altri Stati hanno deciso di raccomandare lo stesso uso preferenziale ieri sera, tra cui l’Italia. È una decisione basata sul calcolo della letalità da Covid e su quanto questo rischio possa bilanciare quello raro delle trombosi.
6 Che cosa ha deciso il Regno Unito e perché?
In Gran Bretagna si è deciso di escludere AstraZeneca dalla vaccinazione degli under 30. Questo sulla base di alcuni calcoli che quantificano da una parte la possibilità di ricovero in terapia intensiva per fascia di età, dall’altra la frequenza di effetti avversi gravi derivanti da un vaccino. Secondo questo scenario, il rapporto è a sfavore dell’immunizzazione solamente nel gruppo di età 20-29 anni, che ha una bassissima possibilità di ricovero da Covid. Delle 79 persone con segnalazione di insoliti coaguli di sangue nel Regno Unito, 19 sono morte e tre avevano meno di 30 anni.
7 Ci sono categorie che dovrebbero stare più attente, ad esempio le donne?
Non esistono elementi per dirlo, se non un dato puramente numerico che dipende dal tipo di popolazione vaccinata. Anche la gravidanza o i contraccettivi orali non sono attualmente considerati fattori di rischio discriminanti.
8 Si può utilizzare un altro vaccino per la seconda dose?
Dal punto di vista immunologico ha senso, perché la seconda dose induce una forte risposta immunitaria, servirebbero, però, studi clinici specifici che non sono stati ancora fatti.
9 Qual è il meccanismo che scatena la reazione avversa?
L’Ema conferma una possibile spiegazione delle rare trombosi con un meccanismo autoimmune: dopo la somministrazione del vaccino, in alcune persone viene stimolata anche la generazione dei cosiddetti auto-anticorpi, che si «rivoltano» verso le cellule del nostro organismo, in questo caso le piastrine e i fattori della coagulazione.
Il Corriere della Sera