Le Casse di previdenza non investiranno in Atlante 2. Dopo il tira e molla di questi giorni, dove la base dei professionisti lanciava allarmi preoccupati e le Casse mantenevano un condiviso riserbo è arrivata la risposta ufficiale dell’Adepp, l’associazione che rappresenta 19 Casse professionali. Lo strumento scelto è stata una lettera di Alberto Oliveti, presidente Adepp, inviata nel fine settimana ai presidenti degli enti associati.
Una decisione, precisa Oliveti, comunicata intenzionalmente dopo la chiusura dei mercati e la pubblicazione dei risultati sugli stress test delle banche.
Oliveti ricorda ai presidenti degli enti che la partecipazione delle Casse ad Atlante 2 era legata al verificarsi di due condizioni, e cioè il rispetto delle asset allocation e delle procedure tipiche di questi enti, inclusi il livello di rischio e di rendimento e la presenza di formali direttive da parte dei ministeri vigilanti in materia di investimenti. Queste ultime, si legge nella lettera di Oliveti, non arriveranno perché «ai ministri è stato sconsigliato di adottare le “direttive in materia”». Insomma la manleva ministeriale non c’è e non ci sarà, mentre la proposta tecnica non è compatibile con gli standard delle Casse.
A questa presa d’atto – si ricorda nella lettera – bisogna aggiungere che non è escluso il rischio che l’intervento delle Casse venga interpretato come aiuto di Stato e quindi bocciato dall’Unione europea.
Accanto a queste considerazioni si aggiungono poi i tempi ristretti «poco compatibili con le procedure di investimento» degli enti. Oliveti però ricorda che resta aperta la possibilità per le singole Casse di prendere «autonome e fondate diverse decisioni». Insomma se una Cassa decide di investire in Atlante 2 può farlo.
La lettera si conclude sottolineando comunque l’importanza politica che la presa di posizione del sistema Casse ha avuto. «Il fatto che il titolo Mps abbia recuperato sul mercato è senz’altro riferibile alla posizione politica che abbiamo assunto, anche a detta degli illustri interlocutori con cui ci siamo confrontati in questi giorni».
L’uscite di scena delle Casse non dovrebbe sorprendere, già la delibera Adepp di lunedì 25 luglio non era stata firmata da tre Casse (quelle di ingegneri e architetti, dottori commercialisti e veterinari); poi l’Epap, l’ente pluricategoriale, giovedì scorso ha votato di non aderire mentre la Cassa dei consulenti del lavoro ha deliberato di rinviare la decisione; pollice verso senza passare dal voto è poi arrivato dall’ente di previdenza di medici e odontoiatri (guidato da Oliveti) e da Cassa forense. Un esodo.
Federica Micardi – Il Sole 24 Ore – 3 agosto 2016