Atlante2 per ora va avanti senza le Casse, ecco gli investitori. Dalla Cassa Depositi alle Generali. Lunedì le adesioni, prosegue il negoziato con Siena
Atlante2 va avanti nei suoi piani per l’acquisizione delle sofferenze (npl) di Mps anche senza l’apporto della Casse previdenziali. I 500 milioni di euro di contributo per i quali l’Adepp — l’Associazione degli istituti previdenziali privati — aveva dato inizialmente disponibilità non arriveranno, almeno per ora, perché come ha spiegato mercoledì il presidente Alberto Oliveti mancano i chiarimenti giuridici e tecnici relativi alla possibilità e alla convenienza dell’investimento da parte del ministero del Tesoro e di Quaestio sgr, che gestisce il fondo salva-banche.
Ma i soldi per far partire l’operazione Mps — servono almeno 1,6 miliardi per avviare la maxi cartolarizzazione che ripulirà integramente il Monte dalle sofferenze — ci sarebbero già, e per questo dentro la sgr presieduta da Alessandro Penati e a Via XX Settembre non si registrerebbero preoccupazioni per la defezione delle Casse.
Atlante1, cui sono residuati 1,7 miliardi dopo i due aumenti di capitale in Popolare di Vicenza (1,5 miliardi) e Veneto Banca (1 miliardo), investirà in npl circa 1,25 miliardi; 250 milioni dovrebbe metterli la Cdp (ma per sciogliere la riserva servirà prima un impegno da parte degli investitori privati) e 200 le Poste; fino a 200 milioni arriveranno da Generali; altri 100 milioni li ha annunciati ieri Unipol; Intesa Sanpaolo e Unicredit possono mettere a testa fino a 160 milioni, residuo del miliardo cui si sono impegnate ad aprile. Ulteriori 500 milioni potrebbero arrivare dalla Sga, la bad bank del Banco di Napoli, ma non ci sono ancora certezze.
Attualmente Quaestio può contare dunque su circa 2 miliardi per rilevare npl, e così l’impegno per comprare le tranche mezzanine delle cartolarizzazioni di Mps può essere rispettato. Le discussioni sul merito dell’operazione stanno andando avanti.
Le prime adesioni ufficiali ad Atlante2 dovrebbero essere annunciate da Quaestio lunedì 8. Ma la finestra per partecipare all’investimento nel fondo alternativo è aperta fino ad aprile 2017 e per questo si punta ad allargare la platea degli investitori. Eventualmente anche alle Casse, se scioglieranno le loro riserve. Gli enti attendono un’indicazione certa dal governo sulla possibilità giuridica di investire, ma dall’esecutivo puntano i piedi: no a negoziati con nessuno, l’adesione al fondo è una libera scelta, ha ribadito mercoledì il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan .
Fabrizio Massaro – Il Corriere della Sera – 5 agosto 2016