Atto d’indirizzo dirigenza. Fvm: «Un passo avanti ma strada contratto è in salita. Non è possibile rinnovo senza risorse»
“L’Atto d’indirizzo del Comitato di settore Regioni-Sanità all’Aran è un passo avanti ma la strada per il nuovo Ccnl è in salita”. È quanto afferma in una nota la Federazione veterinari e medici. Per Fvm, pur in “un contesto di declaratorie e ottimi intenti, tutte condivisibili, l’atto di indirizzo presenta diverse criticità e non rasserena minimamente i medici chirurghi e i medici veterinari dirigenti del Ssn”. “Ad una prima lettura – si legge – ci sembra di cogliere un trend già visto con l’analogo della medicina convenzionata: regole minime nazionali, grande flessibilità nella contrattazione aziendale in un contesto di progressiva rimodulazione dell’assetto organizzativo delle strutture ospedaliere e territoriali”. “Un eterno “work in progress” dove i medici continueranno a scontare il divario nord–sud, i piani di rientro, i commissariamenti, la carenza di risorse, la fantasia creativa che genera e consolida sacche di precariato a tempo indeterminato”.
“Ci conforta – evidenzia Fvm – il richiamo alla “certezza attuativa”, ma ci preoccupa la “flessibilità” insita nella contrattazione di 2° livello se questa dovesse prevalere nei contenuti contrattuali, a maggior ragione se si considera la difformità e l’inerzia applicativa del precedente contratto tra aziende e regioni diverse”.
“Apprezziamo la volontà di voler restituire alle relazioni sindacali un ruolo essenziale nella riorganizzazione del SSN – rimarca la Federazione – ruolo negato da leggi che hanno fortemente compromesso il funzionamento stesso del SSN. Siamo sempre convinti che nessuna riforma può avere successo senza il coinvolgimento degli operati del sistema e che il sistema sanitario non può sopportare ulteriori forzature. Rimane insoddisfacente e preoccupante il capitolo delle risorse economiche messe in gioco, ovvero nessuna risorsa, visto che dovranno essere le Regioni con economie “sui costi per le risorse umane” “nel rispetto e soddisfatti i vincoli di finanza pubblica” ad alimentare il sistema premiante ovvero a incentivare economicamente i medici che favoriranno, tra le altre cose, la “razionalizzazione”, leggasi: subire altri tagli”.
“Eppure – ricorda la Fvm – eravamo stati chiari: non è possibile rinnovare un contratto a isorisorse, peggio ancora a iporisorse, peraltro senza il ristoro della perdita del valore economico dei trattamenti stipendiali dopo 7 anni di blocco contrattuale. Infine, per quanto il tema sia trattato in modo criptico, si coglie il reiterato tentativo di voler derogare la normativa sull’orario di lavoro, introducendo elementi di novità che lasciano intuire l’invenzione di un medico “azionista” che riscuote “dividendi” all’aumentare della produttività. Che si voglia abolire lo “straordinario” reintroducendo il “cottimo”? Non si può poi pretendere di rimettere al CCNL la revisione di alcuni istituti, quali l’intra moenia, senza che si riveda la legislazione in materia. Insomma, un passo avanti si è fatto, ma la strada resta lunga e in salita”. (da Quotidiano sanità)
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15 luglio 2016