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Emergenza aviaria. Bartelle (M5s): «Un plauso ai veterinari veneti. Ma la Regione ne sottovaluta l’importanza»

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“In merito all’emergenza ‘aviaria’ e al recente caso di Porto Viro, la Regione continua a sottovalutare la sanità veterinaria pubblica”. Sono le parole della consigliera regionale Patrizia Bartelle che interviene con una nota scritta sulla vicenda. “Declassando la struttura veterinaria regionale – incalza la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle – e sottodimensionando e penalizzando i servizi veterinari delle Ulss, a partire da organici risicatissimi, l’esecutivo regionale mostra di non aver compreso che l’emergenza cronica sta a monte e riguarda i servizi veterinari”. La Bartelle, non a caso, ricorda anche la crisi Bluetongue, ultima ad avere colpito il territorio prima di quest’epidemia di aviaria: “Il Veneto con le sue zone lagunari e il Delta del Po in particolare sono esposti al contagio portato dagli uccelli selvatici migratori, cosa che doveva e dovrebbe risultare evidente a tutti. Il virus ‘H5N8’ è presente peraltro da novembre nei paesi del Nord ed Est Europa”.

“E infatti – rileva – i tre focolai finora sono stati isolati a Mira, tra Piove di Sacco e Campagnalupia e per l’appunto a Porto Viro dove già nel dicembre 2014 si era registrato un primo focolaio”.

“Un plauso va tributato all’operato dei veterinari veneti – prosegue Bartelle – impegnati con tutte le forze sul campo. Le misure da mettere in atto sono molto impegnative perché occorre vigilare, abbattere e distruggere le carcasse e bonificare tutta l’area dell’azienda infetta. Ma per cercare di arginare il contagio – prosegue la Bartelle – si devono anche fare controlli serrati su tutti gli allevamenti delle zone di protezione, cioè intorno al focolaio, e di sorveglianza, rintracciare le uova…”. Senza contare, e la consigliera pentastellata non manca di sottolinearlo, che “l’aviaria potrebbe rivelarsi un’emergenza più seria della Bluetongue, non solo per le rovinose ricadute economiche sull’avicoltura ma perche è una ‘zoonosi’, ovvero rientra nel novero delle patologie che anche se solo in via del tutto ipotetica, possono però essere potenzialmente trasmesse, direttamente o anche indirettamente, dall’animale all’uomo”.

27 gennaio 2017

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