«Il virus dell’aviaria non si trasmette per via alimentare, ma solo se viene inalato stando a contatto con il volatile infetto». Fausto Francia, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, vuole in primo luogo tranquillizzare i cittadini.
Non si sta occupando direttamente del focolaio nell’allevamento di Mordano, ma delle conseguenze che il primo allarme partito da Ostellato ha avuto in tutta la regione, e quindi anche nel capoluogo.
Dottor Francia, cosa state facendo?
«Controlliamo tutti gli allevamenti presenti sul territorio bolognese. Con quelli di oggi (mercoledì, ndr) siamo a 24 allevamenti controllati su 29. In tutti abbiamo fatto la visita clinica e i prelievi per le analisi alle galline: clinicamente è tutto a posto, siamo in attesa degli esiti dal laboratorio. Sono già arrivati per due allevamenti e sono negativi: si tratta di allevamenti della stessa società di Ostellato, uno a Marzabotto e l’altro a Monzuno».
Fate dei controlli anche sui prodotti in commercio, polli, galline e uova?
«L’aviaria da un punto di vista alimentare non rappresenta un rischio. Il pollo con l’aviaria può trasmettere la malattia all’uomo solo se questi entra a contatto diretto con l’animale vivo. È successo in Cina, in Tailandia, in Cambogia e anche in Sud Africa dove la trasmissione del virus all’uomo ha causato forme di influenza molto gravi. Fino ad oggi non c’è mai stato passaggio da uomo a uomo».
Come mai allora vengono distrutte anche tutte le uova?
«Per interrompere la catena, perché non si vuole che esca nulla. In teoria nell’uovo potrebbe esserci il virus trasmesso dalla madre. Potrebbe succedere che un uomo tocchi l’uovo infettato metta le dita nel naso inalando il virus. Si tratta di casi limite, ma per sicurezza si elimina tutto».
In Italia non ci sono mai stati casi di aviaria nell’uomo. Per via alimentare non si trasmette. E allora perché un livello di guardia così alto?
«Per evitare che il virus si propaghi in altri allevamenti e provochi ulteriori danni».
È un ceppo nuovo?
«No, è un virus di tipo A ceppo H7, già conosciuto».
Ad Ostellato il virus è stato scoperto per l’anomala moria di galline. A Mordano come se ne sono accorti?
«Si parte sempre da un anomalo decesso di animali. Viene chiamato il veterinario che fa i controlli e ipotizza la causa. E poi c’è la conferma, o meno, con gli esami di laboratorio. A Mordano invece ci si è arrivati con i controlli che stiamo facendo a tappeto».
Vi stupisce questo focolaio?
«Si ipotizza che il contagio sia avvenuto attraverso un volatile migratorio, probabilmente un’anatra che veniva dall’Oriente. Quelli sono allevamenti all’aperto che danno una migliore qualità della carne e delle uova ma sono più a rischio contagio. I volatili di passaggio scendono, mangiano, defecano e le feci piene di virus portano al contagio».
Marina Amaduzzi – Corriere di Bologna – 23 agosto 2013