Mentre i focolai di influenza aviaria si estendono sale la tensione nel mondo produttivo che chiede sostegni. La memoria ancora viva delle gravi perdite subite dalla filiera otto anni fa quando l’influenza fece crollare i consumi a livelli mai visti. Cresce di tono anche il dibattito politico, soprattutto in Emilia Romagna, la Regione più colpita. I servizi veterinari, ancora una volta sono al centro dell’emergenza, impegnati in prima linea. Scoppiano le polemiche. I tagli alla sanità hanno ridotto i controlli e la sorveglianza sugli allevamenti? Di seguito una breve rassegna stampa sui temi caldi di oggi. I Verdi dell’Emilia-Romagna, in una nota dei co-coordinatori ed ex parlamentari Sauro Turroni e Paolo Galletti, sostengono che ”la regione nel 2013 ha ridotto i controlli nonostante i numerosi focolai degli ultimi anni. La causa potrebbe essere la riduzione delle spese per le Asl oppure un cedimento alle pressioni degli allevatori”.
Le direttive regionali ai servizi veterinari Asl, prosegue la nota, ”hanno via via portato alla riduzione degli interventi programmati dapprima sopprimendo la sorveglianza nella popolazione avicola rurale quando questa, vivendo all’aperto e spesso commensale dei volatili selvatici, rappresenta una sentinella dello stato di salute di un territorio nei confronti del virus”.
Nel 2013 ha ridotto ”ulteriormente il numero dei campioni previsti” o prevedendo analisi ”maggiormente dilazionate nel tempo (il controllo per le galline ovaiole è passato da trimestrale a quadrimestrale).La Regione ha escluso dai controlli tutto il pollame da macello e sono milioni di capi: si tratta dei polli (broiler) che tutti mangiano e che non vengono mai controllati. Lo stesso accade per i cosiddetti galletti, macellati con età inferiore ai 28 gg, e le quaglie. Sui capannoni, a volte con 500mila polli, si fa un controllo a campione su 10 animali per capannone, con un massimo di 20 campioni per allevamento: un’azione di prevenzione a campione statisticamente insignificante. Le galline ovaiole vengono controllate ogni 4 mesi, anch’esse con 10 campioni per capannone con un massimo di 20 campioni per allevamento”. Per Turroni e Galletti, che criticano i grandi allevamenti, ”ridurre i controlli appare una scelta del tutto irresponsabile” e ”i tentativi di rassicurare i cittadini sulla inesistenza di pericoli, le pressioni nei confronti dell’Europa e del ministero perché vengano ridotte o eliminate le misure di sicurezza scattate, pur essendo comprensibili, non fanno un buon servizio”.
Influenza aviaria, la richiesta dei Verdi: “Indennizzi solo per siti in regola”
La Regione indennizzi gli allevamenti solo se in regola con le norme europee”. E’ quanto sollecita Sauro Turroni, co-portavoce dei Verdi dell’Emilia- Romagna, dopo i casi di influenza aviaria a Ostellato (Ferrara) e Mordano (Bologna)
La Regione indennizzi gli allevamenti solo se in regola con le norme europee”. E’ quanto sollecita Sauro Turroni, co-portavoce dei Verdi dell’Emilia- Romagna, dopo i casi di influenza aviaria in Emilia Romagna. ”Non possiamo indennizzare chi non è in regola con le direttive europee e mantiene le galline ovaiole dei propri allevamenti in gabbie non a norma, come sembra siano quelle di Mordano – sostiene Turroni – che risulterebbero gabbie arricchite di vecchio tipo, prive del bagno di sabbia, non conformi con le disposizioni riguardanti il benessere delle galline ovaiole”.
E, tra l’altro, ”stante i danni economici e sociali che essi già provocano al nostro Paese con le loro inadempienze”. Turroni spiega infatti che ”l’Italia non è in regola con il recepimento della direttiva europea riguardante il benessere delle galline ovaiole, è stata deferita alla Corte di Giustizia Ue per non aver ancora applicato le norme che dovevano diventare operative dal primo gennaio 2012″.
“L’Italia ha avuto 12 anni per adeguarsi ma la potente lobby degli allevatori ha bloccato tutto per anni e i risultati si vedono – continua l’esponente dei Verdi -. Per le inadempienze rischiamo di dover sborsare, se condannati dalla Corte di Giustizia europea, ben 600 mila euro al giorno dal primo luglio. Non solo, le aziende non in regola recano danno a quelle che hanno investito in nuove strutture perché tutte le uova Made in Italy rischiano di finire fuori legge anche se sane”.
Influenza aviaria, Bartolini (Pdl): “Regione riorganizzi i suoi servizi veterinari”
“Servono misure urgenti per campagne immediate di sostegno al settore avicolo al fine anche di tranquilizzare i cittadini”. Sulla questione influenza avaria interviene il consigliere regionale del Pdl, Luca Bartolini
“Servono misure urgenti per campagne immediate di sostegno al settore avicolo al fine anche di tranquilizzare i cittadini”. Sulla questione influenza avaria interviene il consigliere regionale del Pdl, Luca Bartolini. “I focolai che hanno colpito alcuni allevamenti avicoli nella regione suscitano preoccupazione soprattutto non solo per le condizioni sanitarie relativa al ciclo degli allevamenti interessati sia per le conseguenze economiche di un comparto trainante per l’economia del territorio romagnolo soprattutto in un momento di grave crisi economica”, esordisce l’esponente azzurro.
“Non siamo in situazione d’allarme, ma è opportuno che anche l’Assemblea legislativa si occupi del problema perché tenga anche conto della necessità di riorganizzare i propri servizi veterinari al fine di garantire per il futuro un miglior controllo e una maggiore prevenzione – puntualizza Bartolini -. Sarà anche l’occasione per richiedere che gli indennizzi previsti per legge agli allevatori vengano corrisposti nei tempi più brevi possibili, prevedendo, se si renderà necessario, anche delle anticipazioni di cassa in attesa che vengano elargiti dalla Comunità Europea e dallo Stato Italiano”.
“È per questo motivo – sottolinea l’esponente di centrodestra – che il Gruppo regionale Pdl ha presentato ufficialmente una richiesta di convocazione in sede congiunta delle Commissioni assembleari Politiche Economiche e Politiche per la salute, competenti per materia. In quell’occasione, sarà mia premura chiedere al Presidente Vasco Errani di adottare altre urgenti misure a sostegno del settore quali ad esempio l’inserimento del comparto delle galline ovaiole tra le priorità del Piano di sviluppo rurale regionale unitamente all’attivazione di campagne di comunicazione e promozione del settore miranti anche a tranquillizzare i cittadini circa l’alta qualità e la totale salubrità dei prodotti avicoli del nostro territorio”.
Bartolini ricorda inoltre “che l’eventuale presenza del virus dell’aviaria è un problema della gallina e non dell’uomo salvo casi molto particolari non riscontrabili nei paesi sviluppati. Data l’importanza del settore avicolo per l’economia della provincia di Forlì- Cesena, in qualità di componente della Commissione Politiche Economiche, oltre che di Questore membro dell’Ufficio di Presidenza, ho promosso e sottoscritto con convinzione tale proposta”. (Forlitoday)
Aviaria, s.o.s. della Provincia di Forlì e Cesena: ‘Stop ai vincoli”
Si temono le ripercussioni sulla filiera avicola provinciale: aumento delle importazioni dall’estero e alterazione del mercato. “Stop al pagamento oneri fiscali de previdenziali”
Forlì, 28 agosto 2013 – I vincoli imposti alla movimentazione del pollame in Emilia-Romagna, dopo i quattro focolai di aviaria scoperti tra Bologna e Ferrara, stanno danneggiando allevamenti e imprese di Forli’ e Cesena. E cosi’ la Provincia chiede aiuto al Governo, perche’ liberi dai lacci il territorio non direttamente coinvolto dai focolai. Il presidente della Provincia, Massimo Bulbi, insieme all’assessore provinciale all’Agricoltura, Gianluca Bagnara, ieri ha scritto una lettera ai ministri della Sanita’ e dell’Agricoltura, Beatrice Lorenzin e Nunzia De Girolamo, segnalando “criticita’ e preoccupazione per le ripercussioni” che l’aviaria ha avuto “sulla filiera avicola provinciale”. Bulbi e Bagnara sottolineano che i controlli disposti da ministero e Regione “sono stati tempestivi ed efficaci, sia per il contenimento che per l’eradicazione dell’influenza”.
Ma le ordinanze “hanno purtroppo fatto sorgere numerose criticita’ per la gestione degli allevamenti- lamenta la Provincia di Forli’-Cesena- e danni economici alle imprese dovuti anche ad un’alterazione del mercato”, con un “aumento delle importazioni dall’estero”. Per questo, Bulbi e Bagnara chiedono che “le limitazioni alla movimentazione dei prodotti agricoli siano contenute solamente nella zona di protezione”. A questo si dovrebbero aggiungere “interventi per favorire la ripresa dell’attivita’ produttiva su tutto il territorio regionale”, a partire dagli “indennizzi per i capi abbattuti e rimborso delle spese sanitarie sostenute ai fini della prevenzione dell’influenza aviaria”.
Quanto alla ripresa dell’attivita’ produttiva, la Provincia di Forli’-Cesena chiede la “sospensione dei termini relativi ad adempimenti e versamenti tributari nonche’ il pagamento di ogni contributo o premio di previdenza e assistenza sociale, ivi compresa la quota a carico dei dipendenti, senza aggravio di sanzioni, interessi o altri oneri”.
Una misura che dovebbe andare a favore delle “imprese di allevamento avicolo anche della filiera avicola rurale, biologica e della fauna selvatica, compresi gli incubatoi e i centri di imballaggio delle uova; delle imprese di lavorazione e trasformazione dei prodotti avicoli; delle imprese di mangimi operanti nella filiera e degli esercenti attivita’ di commercio all’ingrosso”.
La Provincia di Forli’-Cesena scrive al Governo anche per chiedere la “sospensione dei pagamenti delle rate delle operazioni creditizie e di finanziamento, le imprese della filiera possono accedere ad operazioni di ristrutturazione e consolidamento dell’indebitamento”. Il ripristino di tutti questi pagamenti andrebbe fatto “attraverso rate semestrali in cinque anni con interessi legali”. Il Resto del Carlino
28 agosto 2013