Il ceppo cinese del virus dell’influenza aviaria H7N9 ha subito una mutazione che lo ha reso resistente ai comuni farmaci antivirali (come il Tamiflu) usati per contrastarlo. A stabilirlo è una ricerca della Mount Sinai School of Medicine di New York, pubblicata su ‘Nature Communications’. “Questa trasformazione – avvertono gli scienziati – non aumenta necessariamente la preoccupazione per una possibile pandemia. Ma – sottolineano – serve più accortezza nella prescrizione di antivirali come il Tamiflu nei casi di H7N9, che potrebbero aiutare a rendere il virus resistente anche ad altre molecole”. I ricercatori hanno analizzato un campione di H7N9 isolato da un paziente in Cina, per verificarne la resistenza ai farmaci e il grado di infettività.
Molti ceppi influenzali stagionali, infatti, diventano meno trasmissibili dopo essere diventati resistenti agli antivirali.
Ma gli scienziati hanno scoperto che il ceppo dell’influenza aviaria cinese non funziona nello stesso modo: mantiene la sua capacità di trasmissibilità anche dopo che sviluppa l’immunità ai farmaci. Le autorità cinesi hanno registrato dall’inizio dell’anno oltre 130 casi di virus H7N9 e un vaccino contro questo ceppo di influenza non è ancora disponibile. Così l’unico scudo contro questo nemico rimangono i farmaci antivirali, utilizzati per controllare l’infezione
Focolai di Influenza aviaria a bassa patogenicità sottotipo H5, in regione Campania ed Emilia Romagna.
Una nuova nota ministeriale segnala la presenza di focolai di Influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI) sottotipo H5, in regione Campania ed Emilia Romagna. Aggiornando le autorità europee e nazionali sull’evoluzione epidemiologica in atto, la Direzione Generale della Sanità Animale ha diffuso la nota in cui evidenzia come le informazioni raccolte “hanno evidenziato correlazioni significative fra i virus isolati in sud Italia e quelli identificati in alcune aree del Nord nonché, l’individuazione di flussi commerciali nella filiera rurale che, interessando tutta la Penisola, favoriscono il mantenimento del virus nel settore rurale e/o il possibile spill-over dell’infezione nel circuito industriale, come verificatosi nel focolaio in provincia di Forlì-Cesena”.
La nota conclude che “sulla base di tali evidenze, in attesa di ulteriori conferme, sono state già avviate le opportune valutazioni epidemiologiche” da parte della Direzione ministeriale, di concerto con il Centro di Referenza Nazionale, “per consentire, sulla base delle evidenze, l’adozione di misure di controllo nei confronti della malattia, con particolare attenzione al settore avicolo rurale”.
La Direzione ministeriale sensibilizza i servizi veterinari locali al fine di incrementare i livelli di vigilanza veterinaria nel settore avicolo rurale.
12 dicembre 2013