Partito con i motori a tutta forza, il bastimento del consiglio regionale sembra aver di molto rallentato la sua navigazione, complici alcuni scogli incontrati lungo la rotta tracciata dal governatore Luca Zaia. Va detto che rispetto alla scorsa legislatura il presidente dell’assemblea veneta Roberto Ciambetti, d’intesa con i capigruppo, ha imposto ai colleghi un’agenda serrata, con riunioni delle commissioni ogni settimana e sedute in aula mediamente ogni 10 giorni (dall’insediamento di fine giugno a oggi sono già state 18), e però a guardare i risultati, e cioè l’elenco delle leggi approvate, 8 in tutto, si scopre che per metà sono «novellazioni» di testi esistenti, 2 sono provvedimenti dettati dall’urgenza (i fondi per il tornado in Riviera del Brenta e il riordino delle Province) e solo 2 rientrano nel programma presentato da Zaia durante la campagna elettorale, ossia la legge per la revisione dei project financing e quella che ha eliminato la «legge mancia» di fine legislatura scorsa.
Che ne è degli altri 89 progetti di legge presentati dai consiglieri e dagli assessori? E soprattutto, che fine hanno fatto i 16 che vedono come primo firmatario il governatore in persona, depositati all’indomani della vittoria? Ci sono, tra questi ultimi, la riduzione delle Usl e la creazione dell’Azienda Zero, l’introduzione della fiducia sul modello parlamentare (già proposta invano nel 2010), la lotta al consumo del suolo, l’abolizione dei vitalizi e dell’assegno di fine mandato, la riduzione delle liste d’attesa. Si dirà: ma la legislatura è appena iniziata, pazienza. Vero ma fatti due conti, avanti di questo passo non basteranno 5 anni. L’Azienda Zero si è (forse irrimediabilmente) incagliata in commissione Sanità; della fiducia si sono perse le tracce in commissione Affari istituzionali; degli altri disegni di legge s’è smesso di parlare il giorno dopo la presentazione.
Adesso l’aula è attesa dalla discussione sull’assestamento di bilancio, che si dovrebbe fare subito dopo l’estate ma è stato calendarizzata solo per martedì e mercoledì prossimo, poi c’è la sosta natalizia («Ma lavoreremo in commissione anche tra Santo Stefano e Capodanno» precisa Ciambetti) quindi partirà la maratona sul bilancio di previsione 2016, a cui sta lavorando a testa bassa da settimane l’assessore di reparto Gianluca Forcolin. Finito quello, toccherà alle nomine, dove Palazzo Ferro Fini ha accumulato (chissà perché) un arretrato da spavento: ne abbiamo messe in fila 46, dalle Camere di commercio a Veneto Promozione, dalla Commissione per la Salvaguardia di Venezia al Corecom, gli Esu e i Parchi. Il tempo, intanto, vola e stavolta non si può dire che la maggioranza sia intralciata da faide interne, per colpa ora dei «tosiani» e gli alfaniani ora dei forzisti: i primi stanno all’opposizione, i secondi sono ridotti ai minimi termini dal monocolore zaian-leghista. «Possono comandare, dunque comandassero» sorridono dal Pd. «Alcuni progetti di legge prevedono iter complessi, con audizioni, modifiche statutarie e consulenze tecniche – replica Ciambetti – la sanità, ad esempio, non si riforma pigiando un bottone. Ma devo dire che il grande lavoro che si sta svolgendo in commissione migliora la tecnica legislativa e rende molto più veloci i passaggi in aula per il via libero definitivo. Il rodaggio può ritenersi concluso, col nuovo anno si andrà a pieno regime, vedrete».
Nel corso del tradizionale appuntamento con la stampa per gli auguri di Natale sono stati diffusi anche i dati sulle presenze dei consiglieri (solo quelli positivi, a dire il vero). Tolto il governatore, veleggiano tutti sopra l’80% e la metà è al 100%; va un po’ peggio nelle votazioni (si può infatti essere presenti alla seduta ma assenti dall’aula, perché al bar coi colleghi, in corridoio con i giornalisti o presi da qualche incontro con delegazioni e lobbisti) dove si distinguono in negativo i tosiani Andrea Bassi, Maurizio Conte e Marino Zorzato ma anche la capogruppo dem Alessandra Moretti. Curiose, di questi tempi, le cifre relative ai social: il canale YouTube del consiglio ha avuto in un anno 14.750 visualizzazioni, il profilo Facebook raggiunge mediamente con i suoi post 13 mila persone, grazie anche alle condivisione dei profili dei consiglieri. Si potrebbe far meglio con Twitter, a quota 839 follower. Molto old school è invece la pratica delle interrogazioni che, nonostante gli sforzi di trasparenza della giunta, restano una nota dolente: su 198 formulate, solo 79 hanno avuto risposta.
Marco Bonet – Il Corriere del Veneto – 17 dicembre 2015